Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ramadan, musulmani senza moschea

Fonte: La Nuova Sardegna
24 luglio 2012

In settimana incontro col sindaco per individuare uno spazio per il culto. Per la festa di fine digiuno invitata Rossella Urru




di Stefano Ambu wCAGLIARI Quasi trentottomila stranieri residenti in Sardegna. E una bella fetta di loro, il 27,8 per cento secondo la stima dell'ultimo dossier statistico immigrazione Caritas, abbraccia la religione musulmana. Che cosa sia il ramadan, il tradizionale periodo di un mese di digiuno e preghiera, i cagliaritani lo vedranno soprattutto venerdì prossimo quando un migliaio di fedeli, sotto il sole cocente tra le 13.30 e le 14.10, si radunerà davanti alla moschea- luogo di incontro di via del Collegio. Ma ci sono anche i riti alle 22.30 ogni giorno, per fortuna, con qualche grado di temperatura in meno. Questa volta non in mezzo alle auto grazie alla pedonalizzazione. Ma comunque in strada. Un mese. E poi la festa finale finale il 20 agosto, probabilmente a Monte Claro. Prima invitata? Non si sbaglia: Rossella Urru. «Sarà una festa aperta a tutti- spiega il portavoce della comunità musulmana a Cagliari Sulaiman Hijazi - ma il nostro primo pensiero è andato a Rossella». Egiziani, tunisini, marocchini, pakistani, bengalesi. E ancora libanesi, palestinesi. Ormai integrati nella comunità cagliaritana, molti di loro con attività in proprio come dimostrano anche le statistiche sulle imprese in città. Ma attaccati alla loro religione: in duemila circa digiuneranno, mentre alle preghiere parteciperanno in ottocento-mille. Lo spazio è quello che è, un po' arrangiato. Per il futuro e la nuova moschea l'unica strada percorribile sembra quella del dialogo con il Comune: in settimana ci sarà un incontro con il sindaco Massimo Zedda. E le promesse del sultano dell'Oman per la nuova moschea? Forse solo una leggenda metropolitana: «Chissà come è nata - dice il portavoce della comunità musulmana - questa storia: a noi non risulta assolutamente nulla». Vita. E morte: i musulmani sono alla ricerca di un cimitero. Il Comune ha detto già che non ci sono spazi. E la comunità sta cercando delle soluzioni fuori città grazie all'aiuto della Provincia. Per ora si continua come sempre: il defunto torna nel suo paese d'origine. E se la famiglia non ce la fa (e spesso non ce la fa), intervengono la comunità musulmana e araba: il costo medio è di tremila euro. Spazi, cimitero e anche cibo: la macellazione delle carni alla maniera musulmana nel Cagliaritano è un'eccezione. «Molti si rivolgono- spiega Hijazi- a una macelleria dell'hinterland, ma questo è possibile solo una volta alla settimana».