Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dopo Tuvixeddu si apre un caso Nora?

Fonte: La Nuova Sardegna
21 ottobre 2008

MARTEDÌ, 21 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari 



Garzillo a Italia Nostra: «Mai viste altrove situazioni del genere»




CAGLIARI. Il caso Tuvixeddu è ormai un caso nazionale, ma il direttore regionale dei beni culturali e paesaggistici Elio Garzillo si prepara ad aprirne un altro: è quello che riguarda gli interventi in corso a Nora, nell’area di fronte all’ingresso del sito archeologico e all’interno, dove grazie a un finanziamento europeo si sta lavorando alacremente: «Qualche volta la valorizzazione può essere più dannosa del degrado» ha detto Garzillo domenica scorsa, parlando al congresso nazionale dei soci di Italia Nostra intitolato ‘Il primato della tutela’ e appena concluso a Mantova. A Nora è apparsa finora una sequenza di cubi di cemento bianco (nella foto) piantati in solide fondamenta a due passi dal mare, in prossimità delle rovine ma in piena zona archeologica. Più avanti, la strada che conduce agli scavi è ora presidiata da un orribile cancello di alluminio e all’interno del recinto che circoscrive l’area storica c’è lo scheletro di una grande struttura metallica. Si tratta di lavori autorizzati, il problema è stabilire se il percorso delle autorizzazioni è stato lineare oppure anche in questo caso - come sostengono la Regione e le associazioni culturali e ambientaliste per Tuvixeddu - emergono assenze e distrazioni. L’allarme, sia pure in toni pacati, lanciato da Garzillo sembra aprire la strada a qualche sospetto. Ma è chiaro che prima di arrivare a qualsiasi conclusione il progetto di Nora dovrà essere esaminato e valutato con l’attenzione e la competenza che merita.
Garzillo era stato invitato a Mantova per parlare dell’area sepolcrale di Tuvixeddu, inserita dall’associazione culturale fra i cinquanta paesaggi sensibili da salvare dopo che le informazioni sulla controversia giudiziaria Regione-Nuova Iniziative Coimpresa hanno varcato i confini dell’isola per arrivare all’attenzione del ministero dei beni culturali. Nel corso dei lavori sono state descritte situazioni di difficile gestione che riguardano il patrimonio storico-culturale italiano ma soprattutto - come ha più volte sottolineato il presidente di Italia Nostra, Giovanni Lo Savio - è emersa la sostanziale inconsistenza delle iniziative di tutela messe in atto dalle sovrintendenze archeologiche. Ed è su questo punto che Garzillo, parlando a una tavola rotonda, ha puntato la sua attenzione. Per affermare senza mezzi termini di non aver mai trovato in alcuna regione italiana «una situazione come quella sarda». Il riferimento era per la questione che riguarda la capacità edificatoria all’interno del vincolo indiretto - un vincolo meno rigido rispetto a quello diretto - che in Sardegna raggiunge i cinque metri cubi per metro quadrato: «Mai capitato altrove» ha spiegato il dirigente statale ai soci di Italia Nostra. Per poi aggiungere - in merito alla vicenda Tuvixeddu - di essere rimasto «sconcertato dal fatto che la mediazione abbia preso il posto della tutela». Preciso link allo stato attuale del confronto sui colli punici: perse tutte le battaglie sul fronte della giustizia amministrativa - quella penale sta facendo il suo corso - l’amministrazione Soru ha dovuto scendere a patti col gruppo Cualbu e proporre uno scambio di aree, immobili pubblici e denaro per le superfici private di Tuvixeddu-Tuvumannu. La trattativa è appena all’alba, ma la delusione diffusa - cui Garzillo sembra aderire - è per l’assenza della sovrintendenza archeologica, titolare della vigilanza sui lavori in corso attorno alla necropoli ma prima ancora sulla legittimità delle autorizzazioni a costruire. Nell’arco di quasi cento anni - come ha ricordato Maria Paola Morittu, rappresentante sarda di Italia Nostra al congresso - le tutele sull’area storica si sono progressivamente ridotte, con grande beneficio per i privati. Fino al 2000, quando l’accordo di programma ha dato il via libera finale al piano Coimpresa. Piano che ancor’oggi la sovrintendenza archeologica sembra difendere («nessun ritrovamento nell’area interessata all’iniziativa immobiliare» ha confermato Donatella Salvi, l’archeologa incaricata di vigilare sui lavori) malgrado le costruzioni recenti ai limiti estremi dell’area archeologica e in pieno vincolo indiretto abbiano messo in luce centinaia di sepolture sconosciute fino a pochi anni fa. (m.l)