I problemi del Poetto rilanciano la vecchia spiaggia dei cagliaritani
La nuova vita del Villaggio dei pescatori
C'è chi ci è sempre andato e chi, invece, ci è tornato dopo molti anni di “tradimento”, come un figliol prodigo. La spiaggia del Villaggio dei pescatori sta rinascendo. Dopo i problemi del Poetto legati all'amianto c'è chi, per passare una giornata al mare, sceglie questo angolo di litorale. Anche qui, però, i problemi non mancano.
I PROBLEMI Chi gira a destra al primo svincolo a destra della statale 195 va incontro a delle certezze: come l'acqua bagnata o il ciclo delle stagioni, nella spiaggia del Villaggio dei pescatori (area di pertinenza dell'Autorità portuale) non c'è nessun bagno vero (ma solo quelli chimici), nessuna doccia (c'è solo un rubinetto) e in compenso tanti mozziconi di sigarette e pezzi di vetro sull'arenile. «Ogni mattina li raccogliamo e li mettiamo in una busta», spiega Barbara Simbola, in spiaggia con i suoi genitori. «Prima andavo al Poetto, da quest'anno vengo qui - prosegue - perché mio figlio si trova bene». I nonni del piccolo, invece, sono frequentatori abituali: «Servirebbero più servizi», sottolinea Monica Pintori mentre indica i due water chimici a bordo strada: «Ci sono solo quelli e un rubinetto, al massimo si può lavare mio nipote». Al Poetto, invece, ci sono sia i bagni che le docce. Anche per questo la spiaggia del Villaggio è considerata di “serie B”, ma con dei vantaggi inconfutabili. A iniziare dalla sabbia. Anche se più scura rispetto a quella del Poetto, appena la si calpesta si prova una sensazione che ricorda quella di quando i piedi affondavano nei grani finissimi e bianchi pre-ripascimento.
PERCHÉ È FREQUENTATA Poi c'è il senso di comunità. Anche se c'è chi, come Barbara Simbola, viene da poco, il grosso dei frequentatori è formato sempre dalle stesse persone, che provengono dai quartieri storici e popolari della città: Villanova, Castello, La Marina, Stampace, Sant'Avendrace, Is Mirrionis, San Michele e da paesi del Campidano come Sestu o Serramanna. «Quando ero piccolo si veniva qui, c'erano i casotti», spiega Francesco Manca di Villanova. Dopo la costruzione del porto canale, a metà degli anni '80, tutto è cambiato. L'ultima parte di Giorgino, dopo il canale, è praticamente abbandonata al degrado. La prima, il Villaggio dei pescatori, ha resistito allo spopolamento iniziato dopo la Seconda guerra mondiale, e ora, seppur a fatica, prova a rinascere. «È pulito, si sta bene», spiega Maddalena Sesselego di Is Mirrionis, che è tornata qui dopo dieci anni. Dopo la notizia dell'amianto al Poetto è venuta qui anche Micaela Sazzu, «anche perché è tranquillo per i bambini». Le fa eco Manuela Pinna, che spiega che «al Poetto ti distrai e i bimbi si perdono». È questa una delle ragioni per cui tante famiglie scelgono questa spiaggia. «Ci conosciamo tutti», aggiunge Italo Lai di Sestu. Prende il sole con un gruppo di amici e indica una ad una tutte le persone degli ombrelloni vicini.
LE ATTIVITÀ «Qui viene solo chi vuol venire, non è un posto di passaggio», sentenzia Irene Mura, presidente della cooperativa Non solo mare che gestisce un ristorante-stabilimento balneare. «Le persone che vanno in spiaggia sono aumentate ma chi si ferma a mangiare qualche boccone - cucina tipica casteddaia , tutto pesce, sottolinea - diminuiscono». Dello stesso avviso anche Giampaolo Ledda, cognato del proprietario dello Zenit, l'altro ristorante che insiste sull'arenile. I due operatori commerciali di una comunità “resistente”.
Mario Gottardi