Centinaia di persone hanno atteso l’arrivo della cooperante. Poche parole e poi via verso casa
CAGLIARI La banda che suona l’inno della “Sassari”, lo striscione, i palloncini, e poi tanta gente venuta dal suo paese per vederla. L’arrivo a Elmas di Rossella si è trasformato in un evento che ha paralizzato lo scalo cagliaritano per due ore. La star, involontaria, era lei. Fiori e striscioni a fare da cornice a una festa che è stata solo il preludio di quella lunga e chiassosa in programma in paese poche ore più tardi. Il volo da Roma è atterrato in orario; con Rossella, il deputato Caterina Pes e i funzionari dell’Unità di crisi. Fuori la gente i giovani di Samughero e i turisti, in arrivo e in partenza. Per motivi si sicurezza Rossella è uscita dagli arrivi internazionali, ma prima c’è stato il saluto del sindaco di Elmas Piscedda, di quello di Cagliari Zedda, del presidente del consiglio Claudia Lombardo, della consigliera Zuncheddu e di altre autorità. Mezz’ora di attesa, prima del vero e proprio bagno di folla, per cercare di convincere il piccolo schieramento di fotografi e telecamere a dare spazio all’arrivo della ormai celebre ragazza. Momenti di tensione tra compaesani e giornalisti, su chi dovesse per primo “accogliere”Rossella, poi l’arrivo del padre Graziano ha rasserenato gli animi. Ancora qualche istante di isterica confusione, complice anche il caldo e poi è apparsa Rossella, stanca, quasi impaurita da tanta gente. Riceve un mazzo di fiori; prende i Quattro Mori e poi via verso l’uscita, a passo veloce tra due ali di folla, scortata da un manipolo di finanzieri. C’è tempo solo per le dovute frasi di circostanza: «Ringrazio tutti, sono molto stanca, grazie alla Sardegna intera per essere stata vicino alla mia famiglia». La salvezza è una Bmw presidenziale guidata da militari delle Fiamme Gialle e scortata da altre auto. I fotografi scattano gli ultimi flash: gli amici la salutano, lei risponde dai vetri fumè con la mano. L’accoglienza da diva l’ha spaventata, non ha avuto nemmeno tempo per salutare le zie e alcuni parenti che non hanno resistito all’attesa. E prima di partire per Samugheo, una fermata alla prima rotonda qualche centinaio di metri dopo l’aeroporto. Rossella, protetta come una autorità nazionale e quasi occultata agli altri automobilisti, scende un attimo e abbraccia i parenti. Poi di nuovi in auto, a sirene spiegate verso Samugheo. Che la festa abbia inizio. (g.cen.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA