ISOLE PEDONALI. Il Comune organizza un'assemblea pubblica per lunedì
Anche la seconda notte colorata non riesce ad accendere il Corso. Lo shopping notturno in una delle arterie storiche della città lascia un retrogusto amaro. E il Comune, per un primo bilancio della sperimentazione dell'isola pedonale notturna, per lunedì alle 20 ha organizzato un'assemblea pubblica con due rappresentanti della giunta Zedda.
I COMMERCIANTI Intanto, il bilancio lo fanno i negozianti. Orietta Pintus è titolare della profumeria al numero 49. «Un disastro, non aprirò più la notte». E il pomeriggio le cose non vanno meglio. «Da quando hanno chiuso la strada alle auto lavoriamo molto meno». Poco più avanti c'è l'ottica Zucca. Francesco Zucca, il titolare, non ha aperto. «Non avrebbe avuto senso, non c'è tornaconto».
Un tempo lo scenario era diverso. Cosa manca ora? «Tutto», secondo Giorgio Pisano, titolare dell'omonima orologeria al civico 17. L'insegna in legno riporta indietro negli anni. E si perde nei ricordi. La sua attività nasce nel 1936, col padre, al numero 209. Sempre nel Corso: «Al primo piano». Nel '55 si sposta al 211. «Questa, fino al '90, era una strada commerciale». Con duecento negozi: «Sette barbieri, sette orologiai, cinque negozi di scarpe, dieci rivendite d'abbigliamento». Una cartolina diversa da quella attuale. «Venivano qui anche dai piccoli paesi». Poi il declino. «Colpa della ztl dei primi anni Novanta». Gli artigiani iniziano a chiudere, questa pedonalizzazione notturna sembra riproporre lo stesso scenario. Sempre Pisano che racconta: «Al 221, fino all'86, c'era Mario Rossi. Vendeva reti metalliche. Lavorava così bene che è diventato ricchissimo» Allora il Corso era una via commerciale, l'altra sera i negozi erano vuoti.
Sara Marci