Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Addio al vescovo del dialogo

Fonte: La Nuova Sardegna
20 luglio 2012



Nuoro, cattedrale gremita dal clero e da quanti hanno amato Ottorino Alberti, tra loro anche i rom




di Francesco Pirisi wNUORO La cattedrale gremita di fedeli ieri ha dato l’ultimo saluto a monsignor Ottorino Alberti, scomparso martedì nella sua casa nel rione di Seuna. Ci sono i concittadini nuoresi, e da fuori sono arrivati tanti conoscenti, compresa una comunità di rom, che non è voluta mancare al commiato con «don Alberti»; poi il mondo delle istituzioni, guidato dal sindaco di Nuoro, Sandro Bianchi; al fianco Massimo Zedda, primo cittadino di Cagliari, la città dove il presule ha svolto la seconda parte del suo ministero vescovile, dopo i 14 anni nella chiesa di Spoleto. Il Papa fa giungere il suo cordoglio attraverso le mani di monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, originario di Pattada, che è stato allievo del presule defunto. In mezzo all’altare la bara, con sopra la mitria e il vangelo; le fanno da corona 12 vescovi: c’è l’arcivescovo di Spoleto e Norcia, Renato Boccardo, la chiesa nuorese è rappresentata da monsignor Mosè Marcia e dal suo predecessore Pietro Meloni; vicini oltre 200 sacerdoti, la metà giunti da Cagliari. Scorrendo le file, il banco con i parenti, a cui è venuta a mancare la guida umana, oltre al riferimento spirituale. La celebrazione è presieduta da Arrigo Miglio, dal mese di aprile arcivescovo di Cagliari. Il presule dà subito la misura dell’atmosfera, dove il lutto si fonde con la gioia di tanti per avere conosciuto Ottorino Pietro Alberti. Due ore di preghiere e ricordi: «Voglio offrire a don Ottorino questa liturgia per l’amicizia che ci ha unito». L’ultimo contatto proprio ad aprile, quando Miglio è tornato in Sardegna; c’era a Bonaria anche il predecessore nuorese: «e so quanto gli è costato quel viaggio». Per monsignor Alberti era l’occasione ancora di un incontro con la Madonna, di cui era devoto; anche perché lo riportava a Valverde, sull’Ortobene, dove aveva il «buen retiro». Il successore ne ripercorre le tappe: la laurea in Agraria, e subito dopo la comunicazione ai familiari di voler intraprendere la via religiosa; l’ordinazione nel 1956 a Nuoro da parte del vescovo Giuseppe Melas; tre lustri più tardi lo si ritrova a Cagliari, a guidare il seminario regionale, primo presbitero della Chiesa nuorese a essere investito dell’incarico. Sono le stagioni in cui a Cagliari governa il cardinale Sebastiano Baggio, e sono anche le stagioni del post-sessantotto, «di forte ideologismo, che non lasciano fuori neppure la Chiesa, e hanno bisogno di guide forti e autorevoli», ricorda monsignor Becciu, che è uno degli allievi di Alberti. Gli altri segni particolari del presule defunto, ancora nell’omelia di Miglio. L’uomo di Chiesa: «Davanti a lui sono passate, in 40 anni, generazioni di sacerdoti con i quali ha saputo dialogare con animo aperto e fraterno». L’uomo di cultura: «Il suo è stato un dialogo con la storia, aveva ancora diverse ricerche da portare avanti e tanti erano ancora gli interventi che gli venivano chiesti». In prima linea sino a pochi giorni dalla morte così come lo era stato sino a qualche anno fa in Vaticano, nella Congregazione per le cause dei santi. Ancora prima lo scranno nel Consiglio permanente della conferenza episcopale che ieri non ha fatto mancare il messaggio di cordoglio. Il ricordo vivo e nostalgico è quello di amici e religiosi; la suora congolese Josine, lo ricorda come «un padre», che l’ha accolta a Cagliari per il suo noviziato; conferma il giovane prete Fabrizio Piberi, di Guasila: «Aveva un cuore grande, colmo di premure». I nuoresi sono arrivati in gran numero perché Ottorino era uno di loro; per tutti l’ex sindaco Mario Zidda: «Non dimenticherò gli incontri a Valverde, dove si andava per un confronto, che lui cercava con passione. Era un antiretorico: ogni sua omelia aveva dentro un concetto importante, sul quale riflettere». Da ieri (oggi alle 9.30 la tumulazione, in forma privata) la salma dell’arcivescovo emerito di Cagliari riposa in cimitero vicino ai parenti, ai confratelli, alla Nuoro che ha amato e ha ricambiato l’affetto.