La felicità di Ugo Cappellacci: «Non vedo l'ora di abbracciarla»
Mauro Pili: «Commosso». Giampaolo Diana: «È un simbolo»
«Alle 12,30 mi ha chiamato l'ambasciatore della Mauritania con cui avevo avviato contatti il 12 marzo scorso per aprire canali diplomatici, con l'autorizzazione del ministero degli Esteri. Mi ha detto: presidente, hanno liberato Rossella Urru, ho una buona fonte ma non è ufficiale, ci risentiamo». Il presidente della Regione Ugo Cappellacci racconta l'altalena di emozioni che hanno caratterizzato le sette ore trascorse tra la prima informazione e l'ufficializzazione della notizia, giunta alle 19,30 in punto.
«Ho chiamato subito il papà di Rossella e gli ho dato la notizia», prosegue il presidente. «Lui, memore di ciò che è accaduto il tre marzo scorso, è stato molto cauto. Ha chiamato la Farnesina che gli ha confermato ciò che gli avevo detto. Un'ora dopo mi ha richiamato l'ambasciatore per dirmi che la fonte era assolutamente attendibile, anche se mancava ancora l'ufficialità. A quel punto ho richiamato il signor Urru, che è immediatamente partito per Roma. Alle 19,30 è stato lui a richiamarmi con la voce rotta dall'emozione per comunicarmi la conferma ufficiale mentre il ministro Terzi stava andando in conferenza stampa. Ci siamo abbracciati idealmente».
Cappellacci è stato il primo ad avere la notizia e vuole essere tra i primi ad abbracciare Rossella, a Samugheo. «Espressi questo desiderio quando andai nel suo paese a piangere lacrime amare, ora vorrei tornarci per gioire».
LE ALTRE REAZIONI Mauro Pili, deputato, ex presidente della Regione, ha appreso la notizia alla Camera: «La liberazione di Rossella commuove e rende felice l'intero popolo sardo. Dopo 171 giorni di angoscia, la restituzione di Rossella Urru è una notizia che riempie il cuore e che restituisce ai genitori una figlia di cui essere orgogliosi. Una figlia di Sardegna che ha saputo con grande altruismo mettersi al servizio dei più deboli nel mondo pagando personalmente la grande sofferenza di un sequestro così drammatico come quello che ha subìto». Esulta anche Michele Cossa, vicepresidente del Consiglio regionale e coordinatore regionale dei Riformatori sardi: «Vogliamo riabbracciare questa figlia di Sardegna e lo faremo nelle prossime ore. Rossella Urru, con il suo impegno e la sua dedizione, rappresenta la Sardegna che vogliamo: solidale, altruista e impegnata».
Per Silvio Lai, segretario del Pd sardo, «la conferma della liberazione di Rossella Urru toglie un grandissimo peso che gravava sulla comunità sarda. Questo», aggiunge, «è un risultato soprattutto di chi ha lavorato in silenzio e di chi ha tenuto delicatamente viva l'attenzione sul rapimento di una volontaria internazionale».
UNA SEDUTA PER ROSSELLA Matteo Sanna, esponente di Fli e presidente della commissione Urbanistica del Consiglio regionale, auspica «che l'assemblea legislativa dedichi un momento di festa e di riflessione alla liberazione di Rossella. Penso ai tanti preti missionari sardi in giro per il mondo e ai giovani volenterosi cooperanti di pace che rischiano la vita». Anche Salvatore Cicu, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, festeggia: «È un momento di apertura alla speranza per il dramma che vive il nostro popolo. Un momento di unità che dà la scossa in vista della ripresa». Paolo Fadda, deputato del Pd, si associa al giudizio: «Al di là della gioia per la liberazione in sé, Rossella è diventata simbolo e orgoglio della Sardegna e di tutta l'Italia per l'altruismo del volontariato. Questo mi sembra già un bel modo per dirle bentornata». Anche per Giampaolo Diana, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, «è un giorno bello. Una figlia della nostra terra torna a casa dopo un'esperienza negativa, che testimonia l'impegno di una giovane donna di cui non avremmo mai saputo nulla se non ci fosse stato il rapimento». Fuori dall'Isola per impegni di partito, esulta anche Giacomo Sanna, leader del Psd'Az: «Dopo i falsi annunci, questo è uno dei fatti più positivi, oltre all'aspetto umano, di questi ultimi mesi. La Sardegna, anche in questa circostanza, con la solidarietà è riuscita a venir fuori da una situazione che si stava rendendo sempre più pericolosa».
Fabio Manca
Lorenzo Piras