Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Cantico dei Cantici in salsa libanese

Fonte: Sardegna Quotidiano
18 luglio 2012

LA MOSTRA

 

Sono un semplice zafferano della pianura costiera, un giglio dei bassopiani». Ancora: «Mi hai fatto battere il cuore, o mia sorella, [mia] sposa, mi hai fatto battere il cuore per uno dei tuoi occhi, per un ciondolo della tua collana ». E si potrebbe proseguire a josa. Brani del Cantico dei Cantici. Poesia d’amore distillata che troveranno concretezza visiva nella mostra “Il Cantico dei Cantici, un ponte tra Libano e Sardegna”dal 20 al 30 luglio al MEM. Amore e sentimenti scorrono in un ponte immaginario tra Libano e Sardegna, un percorso dove le emozioni si fondono con i colori della tela. L’associazione Culturale Hermaea Archeologia e Arte organizza una mostra di quadri dell’artista libanese Rima Jreich dal titolo “Il cantico dei Cantici, un ponte tra Libano e Sardegna” . Sarà visitabilepresso la MEM, Mediateca del Mediterraneoin Via Mameli da venerdì 20 luglio alunedì 30 luglio. Dopo il grande successo della prima esposizione, che si è tenuta alla Fiera Internazionale di Cagliari dal 28 Aprile al 2 Maggio, l’Hermaea, che ha già realizzato eventi di carattere nazionale, ne organizza una seconda, conservando lo stesso titolo, una rilettura in chiave pittorica del “Cantico dei cantici”di Re Salomone dove Libano e Sardegna si incontrano in un perfetto connubio di emozioni e sentimenti. In mostra 16 quadri su tela, dipinti in acrilico, con tecnica pittorica impressionista ed espressionista. Le opere di Rima sono state esposte in diverse pinacoteche del Libano. L’artista ha recentemente aperto la sua galleria “D’art” a Beirut, dove lavora, insegna ed espone le sue opere. Si è laureata a Beirut nel 2005 in “Education through Art” ( Educa - zione attraverso l’Arte) conspecializzazione in “Art Therapy”( Artetera - pia). Per Rima l’arte è molto più di una semplice passione, è un’incante - vole terapia che le ha permesso di lavorare con i bambini traumatizzati e resi disabili dalla guerra in Libano del 2006. Anni di duro lavoro che hanno portato alla riabilitazione attraverso un nobile strumento: l’arte.