Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Intese pubblico-privato per alloggi a basso costo

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2008

prospettive La proposta dei costruttori edili



Con gli stipendi al palo e i prezzi delle case alle stelle, lo spopolamento di Cagliari diventa un fenomeno di facile spiegazione. Famiglie numerose, giovani coppie, single precari possono permettersi soltanto di sognare l'acquisto di abitazioni, che in alcuni quartieri della città arrivano a costare cifre improponibili. Eppure le soluzioni alla continua emorragia di abitanti del capoluogo ci sarebbero, a cominciare da quell'insieme di pratiche virtuose che vanno sotto il nome di housing sociale: un complesso gruppo di interventi che, soprattutto attraverso la stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati, consentirebbe alle persone svantaggiate di accedere ad una casa dignitosa.
«Un'idea ancora poco seguita», spiega Maurizio De Pascale, presidente regionale dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), «è, ad esempio, quella di consentire a imprese private di costruire abitazioni su terreni di proprietà pubblica, con il preciso accordo di destinare le case all'affitto con diritto di riscatto o all'acquisto a prezzi concordati con il Comune». Molto potrebbe essere fatto anche sul piano del risanamento del centro storico e del recupero di edifici dismessi o troppo vecchi. «Cagliari», prosegue De Pascale, «è il secondo comune in Italia, dopo Genova, per il patrimonio immobiliare detenuto: perché non destinare una parte di questa risorsa alla creazione di nuove abitazioni per i cittadini? Perché, ad esempio, non trasformare le scuole o le caserme in decadenza in edifici destinati alle abitazioni?».
L'assessore all'Urbanistica Campus, preferendo parlare di riposizionamento piuttosto che di spopolamento della città, difende il lavoro del Comune e rilancia per l'immediato futuro. «Cagliari è già stata fortemente impegnata in interventi di housing sociale. L'utilizzo del nostro patrimonio immobiliare può essere migliorato ma il tentativo, ora, è soprattutto quello di diluire e integrare intere fasce di popolazione che necessitano di un'abitazione costruendo nell'area vasta». I piani di zona, a cominciare da quello di Su Stangioni, punterebbero a questo. «Da Su Stangioni a San Lorenzo, stiamo lavorando per dare uno sbocco ad una richiesta di case che la città storica da sola non può più soddisfare».
LORENZO MANUNZA

18/10/2008