Il lutto
CHIESA Guida della Diocesi cagliaritana dal 1987 al 2003, si è spento a 84 anni a Nuoro, sua città natale. Combattè per i rom e le suore di Madre Teresa. Misteri irrisolti durante l’episcopio
È morto a Nuoro, la sua città natale: Ottorino Pietro Alberti ha concluso la sua vita di Monsignore a 84 anni nella sua terra d’origine, in Barbagia. Per sedici anni, dal 1987 al 2003, ha guidato la diocesi cagliaritana, un lungo episcopato concluso solo per il raggiungimento del limite di età. Era stato ordinato sacerdote nel 1956 e consacrato vescovo nel 1973, quando era stato chiamato a reggere la curia di Spoleto-Norcia prima di arrivare in città. «Prima di iniziare saluto una persona cara noi tutti», ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci prendendo la parola durante l’incontro col ministro Profumo.
C’era anche il sindaco Massimo Zedda, che ha ricordato di essere stato cresimato da Alberti, «una persona alla quale ero legato», ha aggiunto il primo cittadino. Sedici anni di guida alla chiesa cagliaritana. «Quando c’era Alberti sì che andava bene», ha detto qualche giorno fa Saltana Ahmetòvic, portavoce della comunità rom, poco dopo lo sgombero del campo sulla 554. Era un ragazzo, Saltana, quando monsignor Alberti si prodigò per dare una sistemazione ai rom in via San Paolo, piazzale nel quale sorse il primo insediamento zingaro di Cagliari. Il monsignore fece asse con Anna Ruggiu: un accordo laico-cattolico per garantire la permanenza civile dei rom. E fu sempre Alberti a trattare, senza mai esporsi in prima fila, l’operazione che portò le suore di Madre Teresa in via Porcell. Le pie donne erano destinate all’ex albergo del povero di viale Fra’ Ignazio ma si mise di traverso la facoltà di Giurisprudenza. Così Alberti gestì la partita con l’allora rettore, Pasquale Mistretta, che chiuse l’accordo col Comune: cedette gli spazi universitari di via Porcell e in cambio il muncipio incassò la palazzina di via della Pineta che adesso ospita case popolari. Arcivescovo vicino agli ultimi: così viene ricordato Ottorino Pietro Alberti. Ma il suo lungo periodo cagliaritano fu segnato anche da alcuni episodi misteriosi. Andò a fuoco la biblioteca dell’episcopio: corto circuito, la versione ufficiale. Rogo doloso pr far sparire documenti, quella delle male lingue. Qualcuno poi fece sparire il tesoro della Cattedrale: mistero tuttora irrisolto. Ma adesso c’è spazio solo per il ricordo, coe quello della presidente del consiglio regionale Claudia Lombardo: «Con la sua scomparsa la Sardegna perde una delle figure religiose e civili più autorevoli e nobili».