Rassegna Stampa

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Pietro Porcella racconta lo scontro col “grezzone della macchina”: la prossima volta parcheggerà meg

Fonte: web Castedduonline.it
18 luglio 2012

 

17/07/2012 21:31
‘di Pietro PorcellaThe long way to Freedom’ . E’ il titolo del libro più bello che ho letto, quello della vita di Nelson Mandela. Dalla ingiusta prigionia per la difesa dei principi di libertà, alla presidenza del Sud Africa.‘The long way to biking a Casteddu’. Vorrei scriverne uno io, un pò  più misero, dove forse l’unica attinenza col grande statista premio Nobel per la pace è la pazienza e la sofferenza che noi portiamo per veder trionfare una giusta causa. Nel nostro caso quella di poterci spostare nella nostra adorata città in bicicletta. Come avviene d’altronde in tante altre città civili.Fino a qualche anno fa mi sentivo solo in questa battaglia. Quando potevo ci ‘cravavo’ la passillara in bicicletta nel Cagliari Grand Prix. Dal Poetto a Sant’Elia passando per Calamosca (o il passaggio a nord-ovest sotto la Sella) o da Via Roma al Poetto, sfruttando Mammarranca e Molentargius.Un giorno di gloria e poi tottusu a domi.Suggerivo agli amici assessori delle giunte Delogu e Floris di fare le piste o sfruttare quei passaggi esistenti non utilizzabili dalle macchine. Cumenti chi nudda….. mi castianta cumenti chi femmu unu grandu segament’e culu.E sicuramente lo ero, ma il fine era quello giusto e prima o poi doveva essere premiato.Finalmente con Città Ciclabile prima e con la nuova giunta poi, mi sono sentito in buona compagnia.  Ora lo sforzo è comune e compatto per dare alla città piste ciclabili e sopratutto per cambiare le abitudini ‘mandrone’ e disfattiste di tanti cagliaritani.Ci da seus fendi e i seguaci della bici come mezzo di trasporto sono sempre più numerosi (forsisi puru poitta sa benzina costara mera…..)  Ieri un’altra tappa fondamentale di questo percorso educativo fatto anche di strappi e di scontri . Per poco non mi prendevo una ‘surra’ per voler ribadire certi princìpi e certi diritti. Ma la successiva difesa dei passanti e la condanna dei feisbukkiani, contro l’automobilista maleducato e barroso, è stata compatta e unanime. Buon segno. Lasciate che vi racconti cosa è successo.Ero appena uscito con mia moglie Kirsten dalla riunione a Genneruxi col Direttivo di Città Ciclabile, dove avevamo stilato un programma per la settimana della mobilità sostenibile che si svolgerà dal 16 al 22 Settembre.Con Kirsten volevamo andare a Villa Muscas a vedere un film togo all’aperto, ma prima, presi dallo sghinzo, volevamo pinniccare un kebab al volo in Via Dante.Come stavamo arrivando al kebab place dalla pista ciclabile, mi biu igustu sciolloccau, trenta metri davanti a me, che parcheggia la macchina di traverso alla pista ciclabile fin su il marciapiede ed esce al volo lasciando dentro moglie e figli.A ‘sfregio’ continuo dritto facendo finta di finire inevitabilmente contro la portiera della macchina. Ero in realtà sotto controllo,ma volevo lasciare il segno. Urlando,freno all’ultimo, fermandomi a pochi centimetri dalla portiera e poi con viso gaudente dico gentilmente: “Scusate ma qui c’è una pista ciclabile. Potete spostare la macchina ?”. Il grezzone della macchina, azziccato e infastidito, torna minaccioso sui suoi passi e mi viene incontro per picchiarmi, ma viene subito fermato dai passanti e i proprietari del negozio di kebab per l’evidenza del suo torto e del suo stato alterato. Lui come un vulcano si divincolava cercando di colpirmi e minacciandomi di morte, mentre io con tono scherzoso (e un poco indisponente) continuavo a ripetergli che non ce l’avrebbe fatta ad ammazzarmi perché magari se passava la polizia lo portavano prima in carcere e poi avrebbe anche dovuto pagare la multa. Sono rimasto li fermo a schiena dritta e con la ruota poggiata sulla sua portiera, nonostante mia moglie sinci fiara caghendi e mi diceva di andar via e lasciar perdere.Passava di lì l’amico Fabio Petruzzo, promoter e biker come pochi, che ha visto e filmato l’ultimissima scena del teatrino che durava da più di cinque minuti e l’ha messa su facebook.Il buon uomo è stato costretto, coram populo, a spostare la macchina, non prima di aver cercato nuovamente di investirmi con la sua vettura mentre io proseguivo sulla pista ciclabile. Peccato per lui che io sia stato più rapido, altrimenti mi doveva ripagare come nuovo.Comunque sia, cari lettori, non preoccupatevi. Io non sono nè turbato, nè mi sento vittima. Anzi son contento che questa scenetta edificante abbia circolato nei vostri computer e nei nostri giornali, così i barrosi e i prepotenti che non sopportano i ciclisti, la prossima volta se non altro staranno attenti a parcheggiare bene la loro auto in maniera tale da non intralciare il percorso tracciato per noi miseri amanti delle due ruote. Aloha & a si biri Mc Porc