Comune
Anche il Comune ha la sua spending review. Nel mirino finiscono i vertici delle società partecipate. Arriva in Consiglio una mozione che chiede di mettere un tetto agli stipendi di direttori generali e dirigenti delle Partecipate: non siano superiori al compenso del segretario generale del Comune. Che nel sito del Comune risulta di 86mila euro lordi all’anno. Una cifra ben al di sotto di alcuni dirigenti delle Partecipate. La mozione è stata preparata da Enrico Lobina (Federazione della Sinistra) e firmata da Giovanni Dore (Italia dei Valori) e Filippo Petrucci (Meglio di prima non ci basta). «Ci sono ragioni economiche, politiche e morali dietro una richiesta di questa natura in questo periodo - spiega Lobina - ci sembra giusto che per quanto riguarda i manager delle società controllate dal Comune venga fatto un ragionamento all’insegna della sobrietà perché certi compensi sono troppo elevati». Ctm, Cacip, Tecnocasic, Abbanoa, Molentargius, Società Ippica, Teatro lirico, Multiservizi, Scuola civica, Consorzio sardegna Costa Sud e Its Area Vasta sono i principali enti e società a cui partecipa il Comune di Cagliari. «Trovo assurdo, per esempio, che certi dirigenti delle partecipate prendano molto di più del sindaco - commenta Filippo Petrucci - è giusto che i compensi dei manager siano alti perché hanno grandi responsabilità e non devono certo lavorare gratis, ma non devono neanche guadagnare troppo. Per questo crediamo sia necessario ripristinare le proporzioni con la vita reale. Il segretario generale o il direttore generale del Comune prendono molti soldi, ma rischiano la galera se sbagliando firmando i documenti, un sovrintendente del Teatro lirico non la rischia neanche in caso di gestione disastrosa». I tagli richiesti dai tre esponenti della maggioranza di palazzo Bacaredda non potrebbero avere effetto immediato, nel rispetto dei contratti in essere, ma diventerebbero effettivi nel momento in cui gli incarichi devono essere rinnovati. «Su alcuni enti e società abbiamo il controllo diretto (come il Ctm e il Lirico) e gli effetti sarebbero diretti, mentre per altri (come Abbanoa e Cacip) abbiamo un ruolo di primo piano - spiega Giovanni Dore - è quello del Comune di Cagliari potrebbe essere un atto di indirizzo che gli altri Comuni e la Regione potrebbero adottare. Ridurre i compensi più elevati non è una scelta punitiva, ma la volontà di mettere ordine e se lo adottassero tutti gli enti ci sarebbe una calmieramento dei costi».
LA CATENA DEI TAGLI
Nella mozione che arriva in Aula i tre consiglieri partono dai tagli legati alla Manovra del governo Monti, dai vincoli imposti dal patto di stabilità e dall’aumento dell’Imu che «secondo tutte le stime non porterà a un ritorno di risorse nelle casse comunali e i cui proventi saranno incassati quasi interamente dallo Stato centrale». Da qui la necessità di tagliare il possibile, soprattutto nela galassia delle Partecipate. Un mondo in cui si disperdono denari pubblici, tanto che è stato forte il richiamo della Corte dei Conti alla Regione perché i giudici di via Angius hanno trovato difficoltà anche per scoprire quali sono enti e società in cui è coinvolta la Regione. Anche per il Comune non è semplice fare chiarezza perché non c’è neanche un elenco pubblicato sul sito. Quando il Comune cerca candidati come consiglieri dei suoi organi arriva una pioggia di candidature solo se c’è il gettone di presenza, mentre per se non è previsto il sindaco ha amesso che non è facile trovare le persone coi giusti requisiti tra le poche che si propongono. Ma i gettoni di presenza dei consiglieri sono spiccioli rispetto ai compensi dei vertici. «Non chiediamo drastiche riduzioni - aggiunge Giovanni Dore - ma almeno che vengano messi dei paletti per evitare che siano cifre slegate dal contesto e dalla realtà». Anche su questo aspetto i tre firmatari della mozione sono tutti d’accordo perché ci sono manager di società Partecipate che incassano compensi molto alti, come i vertici del Ctm che controllano anche le due società Parkar e Its Area Vasta. «Abbiamo indicato come parametro quello del segretario generale del Comune - conclude Lobina - perché troviamo corretto che ci sia una giusta retribuzione per l’impegno e per la responsabilità, ma in questa fase delicata dove si effettuano tagli su tutti i fronti ci sembra il minimo evitare eccessi e riportare un po’ di sobrietà». Marcello Zasso