URBANISTICA. I sindaci chiedono certezze. Zedda (Cagliari): è ora che si approvi la legge
Contini (Quartu): modifiche attese come una manna dal cielo
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I sindaci sardi chiedono chiarezza sul piano paesaggistico (Ppr): «Servono regole certe, anche sui vincoli». Un concetto che accomuna un po' tutti, indipendentemente dagli schieramenti, a una settimana dal dibattito in Consiglio regionale sulle linee guida e alla vigilia del confronto promosso dal Pd con gli Enti locali sui temi dell'Urbanistica e il paesaggio. Con una richiesta alla Regione: «Coinvolgeteci nelle scelte».
LA LINEA DI OROSEI E OLBIA Come spiega il sindaco di Orosei Franco Mula, «non sarebbe ammissibile un oltraggio al territorio». Oltraggio che - prosegue il sindaco del centro turistico della Baronia e consigliere regionale dei Riformatori, riprendendo il pensiero del coordinatore Michele Cossa che ieri ha auspicato la modifica del Ppr «senza dogmi né battaglie di retroguardia» - «è già stato perpetrato in passato. Il punto è: nel 2009 abbiamo vinto le regionali con la promessa di superare il blocco totale del Ppr di Soru, ora vedremo quel che si potrà fare realmente». C'è però un'indicazione: «Basta vincoli assoluti», prosegue Mula: «Non so fino a che punto sarà possibile rilanciare l'edilizia, ma nessuno vede di buon grado nuovi interventi sul mare. Interventi migliorativi sono però necessari visti gli obbrobri, non solo sulle coste». Concetto cui si riallaccia il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli: «Che il piano paesaggistico del 2005 vada adeguato è un dato di fatto», spiega: «Basti pensare che appena dieci Comuni sardi hanno adeguato i loro Puc alle direttive della Regione. Tuttavia, dobbiamo capire in quale direzione e con quali regole vada sbloccato il Ppr: spero segua la strada del rispetto dell'ambiente e del confronto con i Comuni, che finora non sono stati coinvolti».
CAGLIARI E LE REGOLE Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, ritorna sul discorso delle regole: «Viene difficile intervenire nel momento in cui, su un tema così importante, è totalmente mancato il confronto», dice il primo cittadino del capoluogo regionale: «Non è la prima volta che questa Giunta ci prova, cercando di far passare un'idea antivincolistica foriera di ricchezza collettiva che, alla prova dei fatti, è sempre svanita nel nulla o si è infranta davanti ad alt giurisdizionali. Non ci si può fermare alla cornice, ai principi. Bisogna andare al sodo: alla nuova legge urbanistica che stabilisca regole certe e, magari, permetta di riqualificare l'esistente. Penso a molti edifici del centro storico, ma anche, in un'ottica di riqualificazione, alle servitù militari che stanno per passare al demanio regionale. In ogni caso», conclude Zedda, «non si riprenda l'aggressione delle coste: no a una nuova stagione di speculazioni».
IL CASO QUARTU A Quartu, terza città dell'Isola, il Comune attende la revisione del Ppr «come una manna dal cielo», dice il sindaco di Quartu Mauro Contini. La questione interessa circa duemila residenti che vivono nelle zone di risanamento urbanistico e che non possono costruire né sanare, pur pagando regolarmente le tasse su immobili e terreni. «È una situazione insostenibile che si trascina ormai da trent'anni e per la quale urge una soluzione», prosegue Contini. «Da questo punto di vista, è positivo che la Regione si faccia carico del problema e cerchi di sbloccarlo. Tuttavia, il timore è che la nuova legge possa dilatare ulteriormente i tempi per i Comuni come Quartu che hanno già pronti i piani di risanamento. Non vorremmo che la definizione di un nuovo iter costringesse a ricominciare daccapo il cammino e finisse per aggravare, in termini di tempo e di costi, gli oneri che già pesano sui cittadini. Non so neppure se basterà a risolvere le questioni dei piani di risanamento, in particolare quelle legate al calcolo delle volumetrie». Sul coinvolgimento dei Comuni, Contini dice: «Hanno potuto ascoltare senza poter intervenire».
VINCOLI Quanto ai vincoli nelle zone umide, «il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale il 16 giugno scorso prevede sia la riperimetrazione dei piani di risanamento», conclude Contini, «che lo sblocco delle autorizzazioni edilizie nella fascia di 300 metri da zone umide proprio per risolvere la questione che si è creata dopo la recente sentenza del Tar».
Lorenzo Piras