di Enrico Lobina
La vittoria elettorale del centrosinistra a Cagliari segna di per sé una netta discontinuità rispetto al passato. La trasparenza ed il governo secondo le regole sono elementi, nel contesto amministrativo cagliaritano, estremamente positivi. Abbiamo fatto, in un anno, buona ordinaria amministrazione. Abbiamo attuato il principio che tutti, nessuno escluso, sono uguali di fronte all’amministrazione. Abbiamo affrontato e risolto alcune emergenze, l’anfiteatro romano e i chioschi del Poetto su tutti. In queste settimane si sta affrontando la questione dell’amianto al Poetto. Si è affermato il principio che lo sfruttamento del territorio non è il modo mediante il quale delineare un nuovo modello di sviluppo. Si tratta di passare dalla gestione delle emergenze e dalla buona ordinaria amministrazione, che deve sempre esercitarsi, all’apertura di una fase nuova. Condenso questa fase in cinque principi: visione, progettazione, ascolto e partecipazione, decisione e responsabilità. Abbiamo la responsabilità di immaginare la Cagliari del 2020, ed anche oltre. L’amministrazione comunale, ed i partiti che formano la maggioranza, non bastano a compiere questo processo. Insieme a tutti i corpi sociali, delineiamo la Cagliari del domani. Una volta immaginata e delineata la visione complessiva, si tratta di progettarla. Individuo alcuni principi dai quali partire: conoscenza, Ict (Information and communication technology), riqualificazione sociale, ambientale e culturale, sviluppo dei concetti di Cagliari capitale della Sardegna e Cagliari città internazionale. La conoscenza è il presupposto di ogni politica di sviluppo ed emancipazione. Diminuire la dispersione scolastica, migliorare la qualità della scuola dell’obbligo e della scuola superiore, far diventare Cagliari una città universitaria che dialoga alla pari con le università del Mediterraneo e d’Europa. Ecco gli obiettivi. Promuoverli, mediante politiche specifiche e la costituzione di The hub, sull’esempio di New York, Milano e Roma, è segnare una caratterizzazione della città. Questi elementi si legano ad una riqualificazione sociale, ambientale e culturale. Cagliari non è solamente il centro storico, il “salotto buono”, come Delogu e Floris hanno pensato e realizzato. Cagliari è soprattutto le sue aree esterne, e le sue aree ambientali, assai diversificate al loro interno. Gli spazi delle ex servitù militari fanno parte di questo disegno, che si compone con la definizione del nuovo Puc e la costituzione dell’area metropolitana. Cagliari capitale della Sardegna, invece, attiene al ruolo della città dal punto di vista produttivo (enogastronomia e produzioni secondarie), culturale (bilinguismo) e più in generale ad una visione che pone il futuro della capitale affiancato a quello della Sardegna. L’inettitudine del governo Cappellacci, in questo senso, è devastante. Mentre noi indicavamo al governo Monti, come opera strategica, la metropolitana leggera, Cappellacci chiedeva le lavagne elettroniche per le scuole fatiscenti. Cagliari città internazionale, infine, punta ad una apertura della città sia verso i vicini più prossimi (paesi arabi) sia verso l’Unione Europea. Pur all’interno di forti contraddizioni, date da una Unione Europea che promuove politiche recessive, un governo italiano che sposa quelle politiche ed un governo sardo ridicolo, si ragioni su come Cagliari, città popolare, debba ridisegnare il proprio futuro.
Consigliere comunale FdS www. enricolobina. org