Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pomeriggio di fuoco a Terramaini

Fonte: La Nuova Sardegna
13 luglio 2012

Viale Marconi bloccato per un rogo che si è sviluppato lungo l’argine del canale e si è propagato a un vicino cantiere

INCENDI»FIAMME ANCHE NELL’HINTERLAND

 


CAGLIARI Attacco alla città, alle sue bellezze, allo stesso vivere civile. L’incendio che ieri ha devastato per ore Terramaini non è solo un atto vandalico, per quanto esecrabile, ma rassomiglia a un atto terroristico. Del resto quella era la reazione che in viale Marconi si è vissuta. Terrore, paura, timore che le fiamme saltassero e intrappolassero le auto. Solo a tarda sera i vigili del fuoco, la protezione civile e i volontari, con l’auslio delle pattuglie dei vigili urbani, hanno posto sotto controllo le fiamme e hanno proceduto alla doverosa bonifica. Questo è il racconto di un maledetto pomeriggio. I primi focolai. Erano da poco passate le 13, quando le fiamme hanno fatto capolino lungo il canale di Terramaini, vicino al parco. Fiamme alte due, tre metri, alimentate da un vento non fortissimo di maestrale ma costante. Sul posto sono arrivati, in tempo reale, visto che la caserma dista in linea d’aria un chilometro, i vigili del fuoco. Compito arduo perchè le fiamme non davano tregua. Sembrava che la situazione fosse rientrate e invece il peggio doveva ancora arrivare. Fiamme sul cantiere. Poco dope le 14 il fuoco ha attaccato il vecchio cantiere dell’ex impresa Pireddu proprio sulle sponde del canale, a ridosso del viale Marconi. Anche lì nuovo intervento dei vigili, coadiuvati dai volontari. I danni al cantiere, pur abbandonato, sono stati ingenti. Alcuni macchinari sono stati intaccati e il fumo, nero e denso spinto dal maestrale ha invaso prima a folate poi sempre più continuamente l’asse viario. Lo stop. La situazione è andata peggiorando poco dopo le 15. A qual punto i vigili hanno chiesto l’intervento dei vigili urbani che hanno provveduto a bloccare il traffico su viale Marconi all’altezza di via Mercalli, per consentire alle squadre di operare con più celerità. Si sono vissuti attimi di autentico terrore, con le auto avviluppate dal fumo e gli automobilisti che cercavano di schivare le nuvole di fumo con manovre azzardate. Per fortuna che il sangue freddo dei vigili urbani ha evitato che il panico degenerasse in una incontrollata fuga e creasse ulteriori problemi alla circolazione. L’arrivo di un canadair e di un elicottero del servizio antincendi ha aiutato le squadre a terra e a fine serata la situazione è tornata nella normalità. È la seconda volta nel giro di pochi giorni che il Terramaini viene colpito dal fuoco. L’origine degli incendi, sia ieri che nei giorni scorsi, è sicuramente dolosa. I danni. Sin da questa mattina alcuni tecnici del servizio verde pubblico e urbanistica effettueranno le prime verifiche sull’area colpita dalle fiamme. Danni ingenti, ma non ancora quantificati con precisione. Ma il danno maggiore è all’immagine dell’area. Adesso prevale il colore nero. E l’odore di bruciato che accompagnerà per mesi quell’area. Hinterland. I Giornata di fuoco e paura anche nell’hinterlancon roghi che hanno richiesto l’intervento di più mezzi aerei contemporaneamente, l’evacuazione di alcune abitazioni e la chiusura, per alcune ore, del traffico. L’incendio più grave a Capoterra dove sono andati in fumo una decina di ettari di bosco. Per quasi otto ore, a partire dalle 11 di questa mattina, hanno operato sulla zona due Canadair, un elicottero Ab 216 dell’Esercito, l’elitanker della Protezione civile nazionale e tre elicotteri del servizio antincendio regionale. Un paio d’ore di gran lavoro per i vigili e di forte preoccupazione per il sistema anticendi si è avuto ieri intorno alle 17 tra Monastir e Ussana per l’incendio che ha percorso cento ettari di campagna, ha lambito il quartiere di Munserra a Ussana e ha circondato lo stabilimento di Monastir che si trova a ridosso della statale 131. Il traffico è stato quasi bloccato per una ventina di minuti a causa delle fiamme che in prossimità del chilometro 25 si fermavano sulla cunetta del versante Monastir e continuavano dall’altra parte per arrivare fino a Ussana.