Rassegna Stampa

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In Consiglio comunale si discute di Rom: un dibattito aperto in diretta

Fonte: web Castedduonline.it
12 luglio 2012


11/07/2012 19:06
Primo piano

Il presidente Depau ha spiegato le ragioni dell’allontanamento dei nomadi dal campo della 554: l’intollerabilità dell’insediamento continuamente oggetto di incendi, degrado, presenza di topi, e oggetti d’ogni tipo, leggendo il testo del prefetto di Cagliari, Balsamo e illustrando il progetto “Dal campo alla società solidale”. E’ poi  intervenuto Il consigliere Fabrizio Rodin (Pd) dicendo che un dibattito sul campo rom è prioritario, il comune deve favorire l’integrazione della comunità rom e i rom devono essere considerati cagliaritani. L’assessore regionale Simona De Francisci è intervenuta per ringraziare della riunione, “Sui rom si è fatta demagogia”, ha detto, mostrandosi favorevole allo sgombero e ad un’integrazione reale; il tema è un problema di condivisione a più livelli, senza divisioni. Bisogna condividere meglio il problema col territorio, molti sindaci si sono dimostrati impreparati e le Regioni hanno investito poco. 579mila euro sono i fondi destinati dalla Regione alla riqualificazione e altri 300mila euro saranno destinati al Comune per i rom. Questa scelta non toglierà nulla ai 30milioni di euro destinati ad altre minoranze, per cui non ci saranno sperequazioni. Il problema, ha continuato la De Francisci, era del resto sanitario: la Sardegna non può stare fuori da una strategia nazionale di inclusione sociale per i rom. Il presidente della Provincia Quaquero è poi intervenuta. E’ emersa da subito la complessità del problema del campo rom: le emergenze sanitarie sono nate per tutti e hanno comportato un’emergenza: si devono garantire ai rom i diritti di cittadinanza, senza nulla togliere ai cittadini meno garantiti. 3 milioni di euro all’anno sono la cifra che si dovrebbe pagare per le comunità dei bambini rom. Si deve invece partire dalla realtà di oggi e creare sviluppi originali della Sardegna, con l’apporto dell’area vasta: la Provincia si mette a disposizione. Saltana Amethovic, per la comunità rom ha portato il  saluto da tutti i rom, dicendo che è la prima volta che viene loro data la parola e che l’accordo per i rom va scritto tutti insieme. Don Marco Lai, della Caritas, ha raccontato l’esperienza di inclusione che si sta attuando, un lavoro importante : “Stiamo parlando di cittadini”, ha detto, i pregiudizi vanno esclusi. Quello della Caritas è un contributo a latere, è la politica che deve gestire. Bisogna superare l’emergenza. La Caritas ha agito sempre per gli indigeni, solo il 5% è stato dedicato ai rom, per chiarire l’entità dell’intervento.

Il consigliere Ferdinando Sechi (Idv) ha citato episodi di intolleranza per i rom, accentuando la situazione di emarginazione che vivono. La politica di macelleria sociale del governo accentua questa problematica. Bisogna smantellare ogni pregiudizio con risposte concrete. Il consigliere Aurelio Lai (Ancora per Cagliari) chiede alla De Francisci se i 300mila euro sono per gli affitti dei rom. I danni nel campo sono a carico dei residenti, non c’è stato controllo, il sindaco ha fatto bene a chiudere quel campo perché era una vergogna per la città di Cagliari, soprattutto per la condizione dei bambini.

Il consigliere Giovanni Chessa (Udc) ha ribadito l’ineludibilità dell’intervento del Comune, già nella precedente amministrazione si era intervenuti con un campo attrezzato. Però ci sono diritti e doveri: quali sono le reali esigenze dei  rom? I rom si devono integrare con noi perché i soldi sono pubblici. Le case sono accettate? Tra i rom ci sono i fuorilegge, devono rispettare un percorso, perché i fondi sono tolti ad altri. Il consigliere Maurizio Chessa del Pd ha parlato di onestà intellettuale per cercare nuove strategie: c’è l’accettazione da parte dei rom di un nuovo stile di vita. Ci vuole disponibilità da ambo le parti. Non si deve parlare alla pancia delle persone in periodi difficili per tutti: l’area deve essere bonificata e restituita alla città. Il consigliere Anselmo Piras (Ancora per Cagliari) ha detto che si deve ringraziare il procuratore Mura che ha imposto la chiusura del campo: la scelta politica del sindaco è una scelta indotta. Lo scempio è stato causato dai nomadi: inclusione sociale vuol dire adeguarsi ai doveri di Cagliari. E’ giusto dare le case, ma i rom devono rispettare gli usi e i costumi di Cagliari. E poi, quando finiranno i soldi, che si farà?

Il consigliere Fabrizio Salvatore Marcello (Pd) si è chiesto quali sono gli interventi delle istituzioni pubbliche per inserire davvero i rom: l’esclusione a volte è stata inevitabile da parte loro. E’ un problema nazionale, non locale. Finalmente si è innescato un processo reale per la risoluzione del problema, che è di salute pubblica.

Il consigliere Fabrizio Salvatore Marcello (Pd) ha detto che i campi rom sono stati sempre nelle zone più degradate delle città: ci vogliono percorsi di sviluppo in un popolo definito “viaggiante” e condivide l’intervento dell’assessore regionale alla sanità. Il nostro comune ha avviato presto un percorso in modo tale che la chiusura del campo è stato un atto dovuto, precorrendo i tempi.

Monsignor Miglio ha ringraziato per l’invito, condivide il metodo dell’intervento dei soggetti della società civile. E’ un intervento per il bene comune. I rom sono una cultura plurisecolare, non un disagio: hanno qualcosa da darci, pur nel rispetto dei diritti e dei doveri. I fondamenti spirituali sono presenti nei rom con tradizioni religiose variegate, su cui anche la chiesa deve interrogarsi.

 

Il consigliere Paolo Casu  (Misto) ricorda le molte mozioni presentate in passato sui rom. Il problema vero è un altro: non si è trovata una soluzione nonostante i soldi sperperati. I rom non si comportano tutti allo stesso modo. Subito dopo lo sgombero, è rimasto un immondezzaio, quando verrà bonificato? Cittadini sardi che non vogliono i rom, non è concepibile. Ci vuole un cambiamento e si deve parlare di una nuova era di rispetto delle regole da parte di tutti.

Il consigliere Edoardo Tocco (Pdl) ha detto che al centro c’è la persona, ma non ha capito la strategia che si intende adottare per l’inclusione. Come mai i rom non si sono integrati? Non c’è stata la volontà di una vera inclusione, perché il senso civico non sempre è stato rispettato. Anche i cagliaritani hanno necessità di essere integrati.

Il consigliere Antonello Floris (Centro Giovani – Patto per Cagliari) spiega la struttura delle abitazioni del campo, dotato di tutti i servizi, ma la situazione era invivibile, tutto distrutto e sporco, rubinetti sempre aperti, area adiacente usata come discarica a cielo aperto, aria malsana. Non è questione di etnia, è una situazione soggettiva. “Le avessi fatte io queste cose, mi avrebbero arrestato”. Si capisce così il malumore dei cagliaritani. I minori sono in condizioni invivibili. Domanda al sindaco: “E’ vero che la bonifica costa 2 milioni di euro?”

Il consigliere Andrea Scano (Pd) ha ribadito la necessità della reciproca correttezza, esempio il Poetto trasformato in discarica dai cagliaritani, non dai rom. Il problema è dunque a doppio senso. Bisogna cambiare atteggiamenti tutti quanti e uscire dalla logica del campo.

Il consigliere Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari) ha detto che non vuole includere, ma coesistere, perché una cultura non deve imporsi sull’altra. ” L’inclusione è una chimera, l’ennesima trovata di una politica in stato confusionale”. Il clan non accetta imposizioni, la scelta è dell’individuo. La storia ci insegna che le inclusioni sono fallite e frutto di spocchia. Come vivono i rom? Dobbiamo chiederlo a tutti.

Il consigliere Alessio Mereu  (Riformatori sardi) ha richiamato la storia del nomadismo. Ci sono problemi di gestione pratica ma non ci sono alternative alla scelta della solidarietà.

Il consigliere Giuseppe Andreozzi  ha richiamato il fumetto degli zingari che dicono : “Io non sono razzista ma questi cagliaritani …”. Pochi popoli come il nostro possono capire la civiltà rom, vittima di tanti pregiudizi e stereotipi. Siamo il paese che fa ottime leggi e pessime prassi. Un altro pregiudizio è il nomadismo, spesso solo pretesto di emarginazione, esclusi anche dalle minoranze linguistiche. Oggi si è iniziato un bel percorso perché la diversità è un elemento utile per un mondo migliore.