”8/07/2012 16:01
di Stefano Deliperi, presidente Gruppo di Intervento giuridico
“Giusto lasciare il campo, era in condizioni disastrose”, dice Saltana Ahmetovic, rappresentante dei rom già stanziati presso il campo nomadi di Cagliari. Quel campo nomadi, dopo numerose denunce da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, nonché di abitanti e operatori economici dei quartieri cagliaritani di Mulinu Becciu e S. Michele, è sotto sequestro preventivo da parte della magistratura e con ordinanza sindacale di sgombero.
Quel campo nomadi era diventato una vera e propria bomba ecologica. Tonnellate di rifiuti tossici, incendi, traffico di rifiuti in combutta con “imprenditori” locali senza scrupoli.
Non sono venuti dal Giappone ignoti farabutti per creare quelle “condizioni disastrose” di cui parla Saltana Ahmetovic. Sono stati gli stessi residenti del campo nomadi. E molti di loro hanno accettato di buon grado (è un eufemismo) di andare in “case normali” con terreno intorno piuttosto che far crescere i propri bimbi in mezzo a topi grandi come cani e a liquami maleodoranti.
E chi li sostiene “senza se e senza ma” dovrebbe lasciar perdere certi toni ultimativi e spiegar loro che non basta dire “non vogliamo le case dei sardi”, ma qualche straccio di parola di autocritica sarebbe il minimo doveroso, visto che il campo nomadi è costato milioni di euro per la realizzazione e il mantenimento pluriennale. Soldi pubblici, anche di quei cagliaritani che sono stati affumicati quasi ogni santo giorno che pioveva sulla Terra per quindici anni.
Dovrebbe anche spiegar loro che non possono avere “un pezzo di terra dove autocostruirsi le case” a Cagliari e da qualsiasi altra parte perché non sta in cielo né in terra che si ricreino le condizioni che hanno dato vita a una vera e propria discarica abusiva abitata da esseri umani, com’era finora. Magari autoregolamentata come un clan paramafioso, dove c’è chi comanda e c’è chi deve ubbidire ciecamente.
I procedimenti penali facciano il loro corso e i responsabili di questo disastro ambientale e finanziario paghino fino in fondo, compresi quelli che dovevano vigilare e facilitare l’inserimento dei rom e sono stati inerti a contare le decine e decine di migliaia di euro di fondi pubblici che affluivano alle loro casse.
Così come lascino perdere i toni vagamente razzisti e penalmente perseguibili quelli che “non vogliono gli zingari” nel proprio paese per principio. E’ proprio il caso di voltare pagina: diritti e doveri per i rom, come per ogni cittadino. Senza ipocrisie, falsi buonismi e stupidi razzismi.