Porto
LUNGOMARE La passerella rimane inaccessibile nonostante sia pronta da anni: l’autorità portuale cerca l’accordo con la marina militare
L’OPERA Costata un milione e mezzo e lunga 500 metri tra Molo Ichnusa e Su Siccu: resta inaccessibile da anni
Primo tassello per superare il paradosso Cagliari-città di mare senza lungomare ”: così parlava Emilio Floris, qualche anno fa, della costruzione della passeggiata sospesa sull’ac - qua dal Molo Ichnusa alla pineta di Su Siccu, rampa di lancio per arrivare poi fino a Sant’Elia. E aveva ragione. Ma non poteva sapere, l’ex sindaco, che nel luglio del 2012 quell’opera, conclusa, sarebbe rimasta inaccessibile. Roba de check point del muro di Berlino: una rete, cavalli di frisia, filo spinato e minacciosi cartelli in inglese e tedesco che avvertono della zona militare invalicabile. Non si trova l’ac - cordo con la Marina, che lì accanto, con vista sul golfo, ha l’Ammiragliato. Eppure sembra tutto pronto. NEL 2006 L’ANNUNCIO Il 10 ottobre del 2006 erano stati illustrati i dettagli della nuova passeggiata sul mare dei cagliaritani: un pontile lungo 500 metri e largo 4,5, pedonale e ciclabile, per un costo complessivo (soldi già spesi) di un milione e mezzo di euro. La ditta era la sarda Soilmare e si conosceva anche il tipo di legno che sarebbe stato utilizzato, l’iroko. Termine per la consegna: 7 aprile 2007. A presentare l’opera non c’era solo il Comune. Al tavolo, per salutare una struttura che avrebbe cambiato il modo di vivere il porto, c’erano, oltre al sindaco, anche l’allora ammiraglio, Roberto Baggioni e l’allora presidente dell’autorità portuale Nino Granara. L’alto graduato era arrivato ad affermare: «La Marina è orgogliosa di poter dare corso a un sogno inseguito da tempo. Sono commosso e onorato di aver promosso l’opera». Il capo dell’authority aveva colto l’occasio - ne per assicurare il completamento del terminal crociere entro l’anno. Anche quello finito e mai entrato in funzione. Ma questa è un’altra storia.
IL WATERFRONT ABORTITO Di coloro che hanno firmato l’accordo nessuno è rimasto nello stesso posto, sono passati sei anni. Ma la passerella rimane inaccessibile. Anche se se ne parla dal marzo 2003, quando fu firmata una lettera di intenti che prevedeva un intervento molto più ampio. La “liberazione ” del lungomare, secondo l’accordo tra Cagliari, Capitaneria, ministero della Difesa e Autorità portuale, è passata attraverso l’abbattimento del muro sul molo Garau, ed erano stati decisi numerosi passaggi: la costruzione di un nuovo accesso all’ammiragliato, una nuova guardiola, la modifica della viabilità, la demolizione di una campo da calcetto e di un garage. La grande scommessa di Emilio Floris era l’apertura della città al suo porto. Voleva un unico watefront dal molo Sant ’Agostino a Sant’Elia. Aveva anche fatto i conti con la presenza della Marina, era riuscito a trovare l’accordo. Ma qualcosa, nel corso degli anni, è rimasto incagliato. La struttura è pronta per essere sfruttata, anche se il tempo e gli agenti atmosefrici stanno già facendo il loro effetto: il legno non viene mantenuto e, ben- ché resistente, inizia a patire l’es p osizione agli agenti atmosefrici. La grana adesso è nelle mani di Piergiorgio Massidda, che ha preso la guida del porto dopo Paolo Fadda che era succeduto a Granara. Con il suo staff sta trattando la liberazione di un pezzo di città e anche qualche settimana fa si è tenuto un incontro per cercare di risolvere il problema. Ma la trattativa non sembra semplice. Non esistono più i problemi tecnici dei quali l’ex senatore aveva parlato qualche mese fa. Bisogna solo togliere la rete, spostare il filo spinato e aprire il passaggio. Ma ci sono le lungaggini ministeriali e la possibilità che il libero accesso tolga tranquillità all’ammiragliato. Ragioni di sicurezza? Forse. O forse è l’ennesima servitù militare intoccabile di una città che non può godere di due milioni di metri quadrati del suo territorio perché protetti dalle stellette. E. F.