Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Troppi rifiuti? È colpa dell’hinterland»

Fonte: La Nuova Sardegna
20 ottobre 2008

LUNEDÌ, 20 OTTOBRE 2008

Pagina 20 - Nazionale


L’opposizione: «Demenziale far ricadere responsabilità comunali sui non residenti»



L’orario per il deposito dei sacchetti imposto per vigilare sugli esterni

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il Comune imputa all’hinterland la responsabilità dei troppi rifiuti cittadini. «L’amministrazione comunale ha imposto degli orari per il ritiro dei rifiuti perchè, affermano, i problemi principali della raccolta provengono dalle persone che portano da fuori città i loro sacchetti dell’immondizia, e quindi bisogna vigilare... Ma siamo matti», afferma Ninni Depau (capo gruppo del Pd in consiglio municipale).
Il gruppo consiliare del Pd ha diramato un comunicato in cui denuncia e stigmatizza il comportamento del Comune: «Chiusura assurda».
«Ora - afferma Depau per il Pd - - che qualche residente di altri comuni butti i rifiuti nei cassonetti di Cagliari è possibile, ma che questo sia un fenomeno di massa che richieda specifiche iniziative di contrasto è davvero troppo: ancora un po’ e di fronte ai cassonetti verranno montati filo spinato e telecamere».
Nel volantino, fatto pervenire ai cittadini, si legge: «Dal 15 ottobre, come la frazione organica (umido), anche i rifiuti indifferenziati dovranno essere conferiti secondo il seguente orario: dal 15 ottobre al 1 novembre dalle 20 alle 6, dal 2 novembre al 1 aprile dalle 18 alle 6». E fin qui va tutto bene, si tratta di una informazione di servizio. Ma quello che l’opposizione contesta è la spiegazione che viene data nel seguito del comunicato del Municipio: «L’imposizione di una fascia oraria limitata è necessaria per consentire un’attenta vigilanza sul territorio con l’obiettivo di evitare il conferimento di rifiuti da parte dei cittadini residenti in altri Comuni. Un comportamento che viola la legge e incide pesantemente sulle casse comunali».
Del problema, se ne era parlato anche in assemblea comunale a seguito di alcune osservazioni fatte dai consiglieri di maggioranza. «Ma l’opposizione - commenta l’assessore Gianni Giagoni (Servizi tecnologici) - farebbe bene a vedere i dati in nostro possesso. E questi dicono che per una città come Cagliari, noi abbiamo una quantià di rifiuti che eccede il numero degli abitanti. In viale Marconi, ad esempio, due anni fa bastava un compattatore per raccogliere i rifuti indifferenziati della zona. Oggi ce ne vogliono due e mezzo. Va poi detto che il decoro delle aree dove si trovano i cassonetti sta notevolmente migliorando: non li si vede più stracolmi come prima. C’è un lento e progressivo miglioramento».
Ma un conto «è il problema del decoro urbano, altro è scaricare sugli abitanti dell’hinterland le disfunzioni e i ritardi di questa amministrazione sulla questione dei rifiuti, imputandogli responsabilità sullo stato delle casse comunali», precisa Depau. La questione della differenziata e dello spazzamento è stata una spina nel fianco per anni di questa e delle passate Giunte che con la scelta della società mista Sam (pubblico e privato), franata in una serie di ricorsi e contro ricorsi, ha impegnato per tre anni il Comune in un niente di fatto. Ora la raccolta differenziata è iniziata e sta dando buoni frutti, «ma restano ancora molti problemi - continua Depau - e le giustificazioni date alla questione degli orari, la dice lunga e indica una forte debolezza culturale».
Per questo il Pd individua il comportamento accennato come un bruttissimo segnale: «Altro che Cagliari città turistica, città metropolitana o addirittura capitale nel (o del?) Mediterraneo: qui non solo si respinge un turista appena appare all’orizzonte - ricordate il turista multato per avere buttato i rifiuti nel cassonetto? - ma si ha un atteggiamento di chiusura anche nei confronti di chi lavora, studia, produce a Cagliari, senza rendersi conto della ricchezza che essi rappresentano per la città pur non essendo residenti. Colpisce, in certe iniziative dell’amministrazione di Cagliari, l’idea di città chiusa nella sua cinta daziaria, in polemica permanente con gli abitanti e gli amministratori delle comunità vicine che, peraltro, hanno dimostrato una sensibilità e un’attenzione verso la raccolta differenziata ben superiore alla loro (nel 2006 a Cagliari la raccolta differenziata era pari al 10 per cento, mentre nel resto della provincia era superiore al 25)».