È iniziata la stagione turistica, e il Bastione Saint Remy sta offrendo ai visitatori l'immagine della città. Marmi spezzati, scritte vandaliche, bottiglie e altri resti di banchetto e libagione di Orchetti. Le ben note transenne, in teoria provvisorie, impediscono l'accesso alla gradinata degli esseri umani, ma non quello del pattume, che giace misero sul prato al livello della passeggiata coperta. Alberi di fichi possenti (qualche anno fa erano più piccoli, ma sono cresciuti...) scavano con le loro radici nel marmo, per risparmiare qualche euro di giardiniere ed acido muriatico, domani la città ne spenderà migliaia per un grande appalto di restauro. Il Bastione è una schifezza, Saint Remy si sta rivoltando nella tomba, ho sentito dei turisti commentare: «Devono essere molto poveri qui». Ahinoi, non siamo così poveri, ancora, ma trasandati e masochisti, sì.
Maria e Eugenio Aymerich