Inchiesta sull'ultima delibera di Floris, che si difende: «Ho agito seguendo il buon senso»
L'ex sindaco Emilio Floris e l'ex segretario generale del Comune Pietro Cadau sono indagati dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta-bis sui baretti abusivi del Poetto. Nei giorni scorsi il pm titolare del fascicolo, il sostituto Gaetano Porcu, ha notificato ad entrambi gli avvisi di conclusa indagine: sono accusati in concorso di abuso d'ufficio e falso ideologico. Al centro della vicenda giudiziaria ci sono le 10 ordinanze con cui il 14 maggio di un anno fa, alla vigilia delle elezioni comunali poi vinte da Massimo Zedda, l'allora sindaco Floris aveva ordinato la sospensione sino al 30 settembre della demolizione dei baretti abusivi, giustificando il tutto con l'esistenza di gravi problemi di sicurezza.
In particolare - era stata la motivazione - l'esecuzione in piena estate dei lavori di abbattimento e rifacimento dei chioschi nei limiti stabiliti da un'autorizzazione provvisoria, avrebbe creato pericoli per i bagnanti e i frequentatori del litorale. Dopo alcuni mesi di confusione il Servizio di edilizia pubblica aveva però riavviato l'iter delle demolizioni, mentre il pm Porcu, titolare dell'inchiesta sugli abusi edilizi al Poetto, aveva aperto un fascicolo per chiarire se le ordinanze fossero state adottate in presenza dei presupposti di legge. Il magistrato inquirente aveva anche interrogato il dirigente del servizio di Protezione civile: oggetto dell'esame il parere espresso durante la conferenza di servizi del 18 aprile dal quale era emerso che i lavori in estate avrebbero potuto causare problemi alla sicurezza delle persone. Conclusi gli accertamenti sono arrivati gli avvisi di garanzia: stando al pm l'adozione delle ordinanze si basava «sul falso presupposto di una situazione di grave criticità» e procurò «un ingiusto vantaggio patrimoniale ai gestori dei 12 chioschi» «rappresentato dalla prosecuzione della loro attività sino al termine della successiva stagione estiva». Inoltre Floris e Cadau avrebbero «falsamente attestato» che tutti i partecipanti alla conferenza di servizi del 18 aprile avevano convenuto di sospendere le demolizioni, mentre in realtà «erano semplicemente stati richiesti dei pareri tecnici» e non si era dato atto «delle ferme perplessità manifestate dai dirigenti del servizio Edilizia privata Clara Pala e delle Attività produttive Ersilia Tuveri». Emilio Floris, che è difeso dall'avvocato Rita Dedola, ha commentato così la notizia: «La mia è stata una scelta di buon senso: i lavori prevedevano un perido di circa tre mesi per la demolizione e la successiva ricostruzione, il che significava trasformare il Poetto in un cantiere praticamente per tutta l'estate, creando inutili disagi e rischi per i bagnanti. Trovavo e trovo tutt'ora più logico avviare i lavori a settembre. Sono assolutamente tranquillo, il mio unico interesse era fare l'interesse dei cittadini, non avevo interessi politici o elettorali - tra l'altro non ero ricandidabile per un terzo mandato - né interessi di altro genere. È stata una scelta nell'interesse dei cagliaritani, che rifarei oggi con assoluta convinzione». Per Cadau ha invece parlato il suo legale, l'avvocato Michele Schirò: «Abbiamo la massima fiducia nella magistratura, dimostreremo l'ineccepibile correttezza della condotta del mio assistito»
Massimo Ledda