Da una settimana presidiano l’assessorato regionale al Lavoro. Nel 2010 rimasero 9 mesi davanti al municipio
“Liori, tu non sai cos’è la fame”. Il cartello sul pilastro, all’ingresso dell’assessorato regionale al Lavoro, è il manifesto politico dei 47 precari del Comune che, da lunedì scorso, presidiano in tenda l’ex albergo di piazza Giovanni XXIII. È una domenica mattina di caldo soffocante. Al primo piano dell’assessorato Giuseppe, Sergio, Liliana e Sandro hanno dato il cambio al turno della notte. «Molte sono donne, madri di famiglia – si giustifica Sergio – non possono stare sempre qui. Ci sono lavatrici da fare, figli da accudire». Sono quarantesette i precari rimasti senza lavoro, ventisette si alternano nelle tre tende piazzate nella hall. In tenda, molti di loro ci sono stati per nove mesi, davanti al municipio in piazza Matteotti, per chiedere un lavoro da 711 euro. Una lotta che portò a una vittoria durata un anno: un protocollo d’intesa firmato da Comune e Regione per un cantiere di lavoro: a gennaio 2012 il contratto è scaduto, il lavoro è sparito e gli operai sono tornati sotto le tende della protesta. La paura è quella di chi è rimasto senza lavoro, dopo una promessa che ne garantiva uno per tre anni. Bisogna pagare affitti, bollette, mangiare tutti i giorni. «Tra di noi ci sono quattro coppie che lavoravano nei cantieri, marito e moglie, famiglie ora rimaste senza reddito per andare avanti – racconta Sergio». Il cantiere che porta i 711 euro al mese a 47 famiglie bisognerebbe finanziarlo di nuovo con 700mila euro. Non ci sono, secondo l’assessore regionale Antonello Liori che ha replicato con un comunicato alle accuse dei lavoratori: «Se c’è qualcosa di ‘assordante’ non è certo il mio silenzio, ma soprattutto il taglio che ha subito il mio assessorato nell’ambito del Patto di stabilità interno (circa il 33% dello stanziamento). È, perciò, evidente che non ci siano più risorse regionali per questo tipo di progetti sperimentali. Comunque, nell’ipotesi che prossimamente vengano individuate altre risorse, è ovvio – ha aggiunto Liori – che il percorso naturale sarà la predisposizione di un progetto riguardante tutti i Comuni dove si trovano lavoratori nelle stesse condizioni, mettendo così sullo stesso piano i diritti di tutti, a prescindere dalla loro residenza». Una risposta che ai precari non ha portato molto conforto e solidarietà. Dal palazzo regionale il sostegno è arrivato dagli impiegati del quarto piano che hanno portato da mangiare agli occupanti. Un pasto caldo lo ha fornito anche la Croce Rossa. «Vogliamo ringraziarli – dice Giuseppe – e a Liori diciamo, invece, che da qui non ce ne andremo finché non avremo il lavoro».