I NOMADI NELL’HINTERLAND
L’ESODO Abbandonato il campo sulla 554 gli ospiti sono stati smistati in vari comuni. Insofferenza e solidarietà a San Sperate, prima paura poi accoglienza a Quartu. Oggi sindaci dal prefetto
«Arrivano gli zingari!». La voce corre più veloce delle roulotte e passa di paese in paese attraversando tutto l’hinterland. Ma le voci vanno oltre la realtà, sarebbero centinaia i Rom che stanno “invadendo” i Comuni intorno al capoluogo. Un calcolo impossibile visto che nel campo sgomberato dal Tribunale vivevano 157 persone, un centinaio dei quali minorenni. Le case che sono state individuate dalla Cartitas sono sparse tutto intorno a Cagliari, proprio per evitare che si formasse nuovamente una comunità numerosa. Ma non è questa la percezione di alcuni cittadini, che temono l’invasio - ne dei Rom. Ieri a San Sperate si è tenuto un Consiglio comunale urgente per fare il punto sulla situazione. Il neosindaco Enrico Collu ha lanciato pesanti accuse alla Caritas per gli aspetti organizzativi e al Comune di Cagliari per quelli politici. Le sue parole hanno incrementato le tensioni tra i cittadini di San Sperate, ma non di tutti. «Sono venuti due diversi gruppi di residenti per salutarci e darci il benvenuto», racconta Giuliano Ahmetovic, che dopo l’ordinanza del sindaco di Cagliari la lasciato la discarica sulla 554 per trasferirsi nel centro del paese con la moglie incinta e sei bambini. «Siamo molto contenti per la casa, per il posto e per l’accoglienza - spiega - anche se capisco le preoccupazioni dei cittadini quando hanno saputo che dovevano arrivare centinaia di Rom... Qua c’è la mia famiglia e un po’ fuori dal paese quella di mio fratello, e siamo contenti di non vivere più in quelle condizioni ». “INVASIONE ” A QUARTU Le leggende metropolitane sui Rom sono arrivate anche a Quartu, dove nei primi giorni si è creato un clima simil-San Sperate. «I cittadini si stavano già organizzando in un comitato perché circolava la voce che stessero trasferendo tutto il campo nomadi a Flumini - spiega Gianni Piretto, esponente del Psd’Az che abita in quella zona - poi abbiamo scoperto che si trattava di un solo nucleo familiare, composto da 19 persone, ma GIULIANO AHMETOVIC «Stiamo bene e diversi cittadini di San Sperate sono venuti a darci il benvenuto » .
MAURO CONTINI «Non eravamo informati, ma si tratta di una famiglia di cittadini italiani». quasi tutti bambini e abbiamo deciso di puntare sull’accoglienza e sull’integrazione ». Anche il sindaco di Quartu Mauro Contini non era a conoscenza del fatto che alcuni Rom sarebbero stati trasferiti nel suo territorio. «Siamo stati avvisati dai cittadini e abbiamo scoperto che si trattava di un’abitazione privata e che il contratto di locazione era a nome della Caritas - spiega il primo cittadino quartese - non eravamo stati informati e dopo qualche incomprensione ho incontrato i cittadini e il responsabile don Marco Lai, che mi ha spiegato che l’emergenza ha avuto la meglio sulla pianificazione. Domani (oggi, ndr.) abbiamo un incontro pubblico coi residenti e con la Caritas proprio dove si sono trasferiti i nomadi, che sono cittadini di nazionalità italiana e lavoreremo per la loro integrazione con la Caritas come garante, perchè dobbiamo comunque tutelare l’ordione pubblico». E non sarà l’unico incontro della giornata sui nomadi. Tutti i sindaci dei Comuni coinvolti nel progetto di inclusione sociale della Caritas stamattina incontreranno il prefetto per fare il punto sulla situazione ed evitare ulteriori tensioni. Marcello Zasso
RAZZISMO NELLA NOTTE Insulti e minacce per due famiglie: 4 adulti e 16 bimbi
San Sperate ha reagito male all’arrivo dei rom e - stando a quanto si legge nei commenti lasciati su vari siti di informazione - in molti si dicono pronti ai forconi pur di difendere la propria tranquillità. Così “aspettan - do i barbari” c’è già chi non dorme più sonni tranquilli: tra questi c’è di certo un capo famiglia dei nomadi arrivati in paese dopo lo sgombero del campo sulla 554. Dopo le minacce e gli insulti che qualcuno è andato a urlargli sotto casa nelle scorse notti, ha deciso di vegliare i suoi nel timore che qualche esaltato possa passare dalle parole ai fatti. Ma poichè spesso nella freddezza dei numeri si ritrova anche quella del ragionamento, è bene riepilogare la vicenda: contrariamente a quanto annunciato da un volantino, non sono 400 i nomadi arrivati a San Sperate ma solo 22: due famiglie, e 16 sono bambini. Ma anche a Cagliari in molti hanno avuto da ridire sul progetto del Comune di sistemare i nomadi in delle abitazioni e, in questo senso, non hanno giovato né la favola sulle villette vista mare destinate agli zingari, nè le dichiarazioni dei rom che hanno più volte sostenuto di non volere “le case dei sardi”. In realtà il piano di inclusione - già in cantiere da febbraio - è finanziato con fondi regionali e comunitari vincolati a programmi per le minoranze che non posso essere spesi per altro. Nella convinzione che una comunità inserita non crea e non ha problemi, il programma prevede al primo punto l’inclusione abitativa delle 28 famiglie che abitavano sulla 554. Per evitare le frizioni che potrebbero nascere dall’inserimento di un numeroso nucleo rom in un condominio, la Caritas ha cercato case con cortile o mono- familiari (che difficilmente si trovano in città ed ecco perché ci si è spostati nell’hinterland). Così si dovrebbero ridurre i costi. Perché se nel 2011 per la gestione del campo il Comune ha speso circa 300mila euro, per le case sono previsti 290mila euro per il 2012; 270mila euro per il 2013 e 135mila euro per il 2014. Il secondo punto è dedicato alla scolarizzazione e il terzo all’inclusione lavorativa con progetti per la formazione professionale e la creazione di cooperative. Maddalena Brunetti