VIA CASTELLI. La casa in cui vive è del Comune che non interviene
Ascensore rotto: prigioniero dal 15 giugno
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Quasi un mese senza poter uscire di casa a causa del guasto dell'ascensore. Antonio Nieddu, 53 anni residente al terzo piano di una palazzina comunale in via Castelli, è costretto su una sedia rotelle a causa di una malattia degenerativa. L'ascensore è fermo dal 15 giugno a causa di un guasto alla centralina dell'allarme. «Chi si occupa della manutenzione dell'ascensore», spiega Nieddu, «mi ha detto che c'è da cambiare la centralina e che la spesa è a carico del Comune che, nonostante sappia tutto, non fa nulla».
IL CASO «Non posso uscire di casa a causa dell'ascensore guasto, nonostante debba fare le sedute di fisioterapia e una serie di controlli periodici», racconta Antonio Nieddu, «a parte le visite mediche, io devo essere messo in condizioni di uscire quando voglio». Il guasto relega Nieddu a una vita tra le mura di casa: «I problemi per un disabile sono tanti, se l'ascensore non viene riparato sono costretto a stare in casa vivendo una situazione insostenibile. Ieri, sono riuscito a uscire grazie all'aiuto dei vigili del fuoco che mi hanno portato in strada, mentre per risalire sono stato accompagnato dai vicini di casa».
L'ALLOGGIO I problemi per Antonio Nieddu, però, non riguardano soltanto l'impossibilità di uscire con facilità. Anche l'appartamento presenta diversi impedimenti. «Il bagno di casa risulta quasi inaccessibile: è stato ristrutturato nell'ottobre del 2011 ma è molto stretto e la carrozzina ci passa a malapena. A causa di questa strettoia io non riesco ad arrivare alla vasca da bagno, quindi non posso farmi la doccia se non andando a casa di mia madre». Già da diverso tempo, era stata inoltrata una richiesta per un cambio di alloggio che potesse essere più congeniale. «Ho fatto la domanda nel 1996 per un cambio d'alloggio che mi permettesse di stare al piano terra o al piano rialzato», racconta Nieddu, «mi avevano assegnato una casa in via Premuda, di 53 metri quadrati. La casa era al piano terra, una situazione ottimale per il mio problema grazie all'abbattimento delle barriere architettoniche. Purtroppo, però, era troppo piccola, in quel periodo in casa eravamo in quattro e dunque ho dovuto rinunciare».
L'APPELLO Antonio Nieddu ha provato più volte a segnalare la propria situazione, senza però riuscire a ottenere rassicurazioni: «Ho parlato con gli uffici comunali, ho spiegato in che stato mi trovo e, nonostante tutto, la situazione non è cambiata. Al Comune chiedo che provveda, prima di tutto, alla riparazione dell'ascensore».
Matteo Sau