MONSERRATO. La Caritas ha sistemato i rom senza coinvolgere il Comune
Argiolas: «Guerre tra etnie, devono sgomberare»
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«I rom di Cagliari non possono stare in città». Dopo la protesta del sindaco di San Sperate, anche il primo cittadino di Monserrato, Gianni Argiolas dice “no” ai nomadi dell'ex campo sulla Statale.
LA VICENDA Dopo l'ordinanza del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che ha chiuso il campo sulla 554, è la Caritas - sotto la guida di don Marco Lai - ad occuparsi di trovare un alloggio ai rom del capoluogo. E visto che a Cagliari non c'è alcuna disponibilità di alloggi, don Lai setaccia l'hinterland. Ma senza prendere contatti con i Comuni che, sinora - come dimostra il caso di San Sperate - non sembrano gradire i nuovi cittadini.
LA LETTERA Anche Monserrato non vuole i nomadi, pur per motivi diversi. Una lettera inviata alla Provincia, al Prefetto e a tutti i sindaci dell'hinterland cagliaritano, è partita ieri mattina dalla scrivania del sindaco Gianni Argiolas. Il pericolo è una rivolta tra etnie e il primo cittadino mette le mani avanti. «I rom di Cagliari non possono stare qui e non è certo una questione di razzismo visto che Monserrato non è contrario alla loro ospitalità come dimostra il campo nell'area dell'ex aeroporto che accoglie una comunità da più di vent'anni», spiega il sindaco. La questione è più delicata: «La Caritas diocesana ha insediato nel nostro territorio alcune nuove famiglie rom che provengono dal campo sulla Statale 554 chiuso dal Comune di Cagliari», dice Gianni Argiolas.
I RISCHI Il motivo della preoccupazione? «Si ignora la composizione delle famiglie interessate e il numero dei soggetti che le compongono: un atto compiuto indirettamente da Cagliari, senza un accordo o notizia preventivi, che comporta dei rischi». Infatti, «non solo si potrebbe rompere il tessuto di rapporti, relazioni e spirito di accoglienza comunitari, ma anche di mettere a forte rischio i rapporti tra etnie presenti e quindi lo stesso ordine pubblico nella città», spiega Argiolas. Insomma: che tra diverse famiglie ed etnie rom ci siano rapporti “tesi” non è una novità, e questo potrebbe creare disagi in una zona in cui una comunità di nomadi è insediata da anni.
L'APPELLO «La scelta fatta senza una preventiva analisi di provenienza, indole, esigenze sociali della famiglia insediata, e soprattutto delle probabilità di pacifica convivenza con i rom abitanti a poca distanza, è da rivedere», conclude il sindaco, «perché si stanno già manifestando reazioni da parte dei rom di Monserrato».
LA COMUNITÀ È dalla metà degli anni Novanta che nell'ex aeroporto esiste il campo nomadi. Fu voluto, con tanto di bungalow e regole scritte, dal sindaco Antonio Vacca che dovette demolire le baracche sorte illegalmente vicino al cimitero. Da allora la comunità rom non è mai cambiata, anzi i nomadi hanno messo radici diventando, a tutti gli effetti, monserratini.
Serena Sequi