IL CASO. Il divieto riguarda strade e aree di parcheggio anche private
Non piace l'ordinanza anti sosta del Comune
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Sulla carta è la 644/Viab del 29 giugno 2012, ma per turisti e residenti è già diventata l'“anti-camper”. Si tratta di un'ordinanza firmata dal dirigente del servizio Viabilità e Mobilità Mario Mossa in merito ai potenziali accampamenti abusivi, per osteggiare i quali si fa «divieto di stazionamento e sosta, su tutto il territorio comunale, comprese le sedi stradali, le piazze, i parcheggi ed ogni altra area: privata, pubblica o aperta all'uso pubblico di roulotte, camper, carovane e veicoli comunque attrezzati e trasformati per l'uso abitativo anche per brevi lassi di tempo», pena 50 euro di multa. Un tentativo di scongiurare il ripetersi dell'effetto campo-nomadi (si fa cenno ai bisogni fisiologici, al lavaggio di vestiario e consumo di pasti all'aperto)? Può essere. Sta di fatto che a rivoltarsi non sono stati i rom, ormai tranquilli nelle loro tiepide case, ma i turisti. Un'orda di camperisti habitué del capoluogo che alla nuova ordinanza proprio non ci sta. «Ha coinvolto tutti i possessori di camper - scrive la redazione di Camperlife.it - gente che paga le tasse e che mai si sognerebbe di soddisfare bisogni all'aperto, di lavare i panni nel catino dietro al camper, di improvvisare chiassose tavolate nei parcheggi di viale Colombo, dello stadio Sant'Elia o nei dintorni della Scafa». Immediate le interrogazioni di alcuni consiglieri comunali preoccupati per lo scacco all'immagine della città che il documento minaccerebbe. «Premesso che l'ordinanza fa intravedere una pericolosa confusione tra il malcostume di una parte ridotta di popolazione e invece chi rispetta le regole e crea turismo - spiega Paolo Casu (Psd'az) - mi chiedo se siano state attentamente valutate le ripercussioni anche su un comparto turistico e produttivo già fortemente in crisi». Gli fa eco Gianni Chessa (Udc), che aggiunge: «Perché non è stata prevista una zona attrezzata di sosta?». Secondo Guido Portoghese e Davide Carta (Pd), potrebbe essere più opportuno «delegare il controllo del rispetto delle norme igienico-sanitarie agli organismi ad esso preposti».
Niente di grave per Andrea Pili, presidente della sezione Turismo Confindustria Sardegna meridionale: «È corretto vietare la sosta selvaggia: sarebbe come concedere alle imbarcazioni di sostare in aree non autorizzate. D'altra parte, però, mi sarei aspettato una normativa complementare all'ordinanza. Come dire, te lo vieto perché ho realizzato altrove delle aree attrezzate». Non per mettere semplicemente i bastoni fra le ruote (del camper).
Michela Seu