MONFENERA. Inaugurata e intitolata al santo guerriero la cappella militare
Custodisce le reliquie del Martire giunte da Pisa
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Fino a sei mesi fa era la cella di rigore, il carcere della Monfenera. Oggi è la seconda chiesa di Cagliari intitolata a Sant'Efisio. E come quella stampacina, edificata proprio sopra l'ipogeo dove il Santo guerriero fu tenuto in catene prima della decapitazione, anche la Cappella della Brigata Sassari nasce in un luogo di prigionia. Una singolare coincidenza evidenziata da monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario militare d'Italia, per la prima volta in visita alla sede del 151° Reggimento Fanteria Sassari. È stato lui a presiedere il rito della consacrazione della nuova chiesa, attorniato dai cappellani militari della Sardegna, dal decano Luigi Balloi all'attuale parroco della Monfenera, Gianmario Piga.
IL COMANDANTE «È il completamento di una trilogia», ha detto il generale Luciano Portolano, comandante della Brigata Sassari, «iniziata con il dono delle reliquie di Sant'Efisio da parte dell'arcidiocesi di Pisa nell'aprile dell'anno scorso, proseguita un mese dopo con la loro accoglienza e sistemazione provvisoria e, finalmente, con la loro degna collocazione in una chiesa all'interno della Caserma». Fra le autorità anche il sindaco di Sinnai Barbara Pusceddu, «non solo perché è nel nostro paese che, nel 1915, si costituiva la Sassari» ma anche per il profondissimo legame con Sant'Efisio, accolto da tutta la popolazione, lo scorso primo ottobre, in occasione dello storico arrivo della statua secentesca nel nostro paese».
ARCICONFRATERNITA «È un momento di gioia straordinaria», aggiunge Fabrizio Pau, presidente dell'Arciconfraternita di Sant'Efisio «che rafforza ancora di più il nostro legame con i militari della Brigata Sassari, autori di una bellissima lettera dall'Afghanistan che conserviamo in archivio. S ant'Efis esti de tottus ». Dopo l'unzione dell'altare e delle pareti della nuova chiesa con l'olio benedetto, sono state portate in processione e collocate in una nicchia sotto la mensa le reliquie di Sant'Efisio, incastonate in una piccola statua d'argento opera dell'artista Francesco Busonera.
LA FESTA «Una festa di nozze»: così monsignor Pelvi ha definito la dedicazione della Chiesa militare a Sant'Efisio. Disarmante la semplicità di questo vescovo che, dopo sei anni di Ordinariato militare «ancora non ho capito nulla di gradi, mostrine e stellette», ha candidamente confessato. «Ma sento di volervi bene così come siete e per quello che siete: ambasciatori di coraggio e di determinazione, con un cuore che cammina sempre avanti, che arriva sempre prima, anche di coloro che ci governano e che, spesso, dimenticano di ringraziarvi», ha concluso Pelvi rivolgendosi ai giovani della Brigata Sassari schierati nel piazzale della Monfenera.
LA PINACOTECA Nella pinacoteca è stato poi benedetto il quadro di Gianni Argiolas e Noemi Cabras, dedicato a Sant'Efisio.
Paolo Matta