San Sperate, il primo cittadino Collu accusa il Comune capoluogo per lo sgombero degli zingari
SAN SPERATE Dal campo sulla statale 554 a San Sperate all'insegna delle polemiche. Il sindaco Enrico Collu non nasconde la rabbia: «Furioso. Non trovo altri aggettivi - recita la nota del primo cittadino - un atteggiamento di indignazione perché mi chiedo come sia possibile apprendere dai propri concittadini che in paese si siano già trasferite, con l'avallo del Comune di Cagliari, alcune famiglie di rom». Ieri mattina, infatti, nel palazzo civico di via Sassari diversi residenti hanno segnalato la presenza di una trentina di nomadi. Tre i caseggiati che ospitano alcuni appartenenti all'ex comunità sulla 554: uno alla periferia del centro speratino subito dopo lo svincolo che conduce sulla Carlo Felice all'altezza dell'Emmezeta, l'altro in via Pio La Torre. E poi, un locale nelle vicinanze di via Sant'Elena. «Possibile - tuona il primo cittadino del paese museo, in carica da due settimane - che il sindaco di Cagliari Massimo Zedda a parole così attento alle tematiche sociali non abbia avuto il tempo di avvisare i territori interessati del progetto che il suo assessorato stava mettendo in atto». Collu chiarisce la sua posizione: «Non voglio essere frainteso - spiega - nessun sentimento di razzismo. Semplicemente ritengo che la necessità di trovare una soluzione urgente al problema dei rom non possa trasformarsi nell'emarginazione delle altre autorità locali che poi devono affrontare le conseguenze senza avere le risorse economiche e il personale adeguato». Un atto grave: «L'offesa - conclude il sindaco - che è stata fatta a San Sperate è ancora più pesante, anzi imperdonabile, per la disponibilità che il paese ha sempre mostrato nei confronti del settore sociale». (l. p.)