I PROGETTI Pronti gli avvisi per Exmà, Castello di San Michele, Lazzaretto, Ghetto e Villa Muscas. L’affidamento diretto lascia il posto alla collaborazione tra gli operatori e l’amministrazione
Sono stati pubblicati i primi bandi per l’affidamento degli spazi culturali del Comune. L’anno scorso la Giunta ha azzerato tutto per abbandonare la pratica dell’affidamento diretto e introdurre nuove regole. I primi cinque bandi saranno sul sito del Comune lunedì e riguardano Exmà, Lazzaretto, Villa Muscas, Ghetto e Castello di San Michele. Per ogni spazio a disposizione il Piano comunale per le politiche culturali indica una destinazione, per alcuni è solo un ipotesi e per altri un vincolo. Tra i cinque spazi messi subito a bando sono due quelli che dovranno rispettare certi requisiti: al Lazzaretto - dovrà sorgere “la città dei bambini e dei ragazzi”, mentre al Ghetto ci sarà “il laboratorio urbano e del paesaggio”. Il Piano del Comune per l’Exmàipotizza un centro sperimentale per l’arte contemporanea, per Villa Muscas un centro per la cultura enogastronomica e per il Castello di San Michele un centro per la scienza, l’ambiente e la tecnologia. Le novità sono state presentate ieri dall’assesso - re comunale alla Cultura Enrica Puggioni, che ha partecipato alla riunione plenaria della commissione consiliare presieduta da Francesca Ghirra con gli operatori del settore. Teatro, musica classica, grandi eventi, fumetto, cinema, balletto e tante altre forme d’arte erano rappresentate ieri pomeriggio al Teatro Massimo. Le linee guida del Comune per la cultura erano già state annunciate, ma il documento è stato integrato con le osservazioni e le critiche. «Il Piano comunale per le politiche culturali non è un progetto esecutivo, ma un documento di cultural policy - ha spiegato la Puggioni - non è una bibbia, potrà sempre essere modificato in seguito, ma abbiamo apprezzato molto i numerosi suggerimenti che sono arrivati dagli operatori, per questo abbiamo tenuto conto delle osservazioni e apportato modifiche». Tra le novità in arrivo c’è la stretta collaborazione tra gli addetti ai lavori.
LA COLLABORAZIONE «Stiamo lavorando a un regolamento per istituire una consulta degli operatori - ha spiegato la presidente della commissione Cultura, Francesca Ghirra - perché la partecipazione attiva e la collaborazione sono fondamentali, come hanno dimostrato le tante audizioni fatte dalla commissione e le osservazioni arrivate sul Piano». Ma la collaborazione prevista dal Comune per gli operatori va oltre le riunioni e le assemblee, per i nuovi bandi è stato previsto il ricorso alla “finanza di progetto” (il project financing: che prevede la collaborazione tra pubblico e privato). In sostanza, il Comune non ha i soldi per gestire gli spazi e chiede a chi li vuole sfruttare di costituirsi in associazioni temporanee d’impresa o consorzi per formulare proposte complete sotto tutti gli aspetti, soprattutto sul piano della sostenibilità economica. Questa strada ha creato qualche malumore e perplessità tra il pubblico del Massimo per la paura che solo i più potenti con le tasche piene siano in grado di accaparrarsi gli spazi ma l’assessore Puggioni, sostenuta dall’esperto Alessandro Hinna, ha dato rassicurazioni spiegando che i criteri previsti evitano che vada a finire così. Con la prima parte del bando verrà scelto il progetto migliore per un determinato spazio, poi quell’idea sarà l’oggetto del bando di affidamento vero e proprio. La paura degli operatori è che nella seconda fase l’idea vicente possa essere sfruttata da altri. Ma nel secondo bando chi ha vinto il primo round sarà avvantaggiato nel punteggio e avrà diritto di prelazione. I soldi per la cultura sono pochi e gli operatori dovranno unire le forze per raggiungere gli obiettivi fissati dal Comune.
Marcello Zasso