TRA LA FOLLA
Ai cagliaritani il primo gay pride della Sardegna è piaciuto, e anche molto. Tutti positivi i commenti sul colorato e allegro serpentone fatto di musica e diritti “per tutti” che ieri ha attraversato il Poetto. A far storcere l naso a qualcuno è stato l’e ccesso di esibizionismo: le drag Queen con i loro tacchi vertiginosi e il loro abbigliamento provocante sono state l’unico bersaglio delle critiche di pochi. Ma alla fine erano più quelli che si godevano la sfilata ballando dietro ai carri di coloro che guardavano perplessi il corteo. Come vuole una tradizione consolidata, anche il primo gay pride dell’Isola è stato aperto dai motociclisti. Andy Philips vive a Elmas ma viene dall’Inghilterra: «È il settimo corteo a cui partecipo», sottolinea soddisfatto, «è un bene che anche l’isola abbia avuto il suo primo pride ». Poco più in là c’è Ettore Ciano, presidente dell’Agedo, l’a ss o c i a z i one dei genitori di omosessuali. «Presto apriremo una sede a Cagliari », annuncia soddisfatto, «le richieste sono tante e l’unico punto di riferimento per ora è quello di Sassari. Noi siamo vicino ai nostri figli e vogliamo che possano uscire di casa senza la paura di essere aggrediti: anche questo deve essere un loro diritto». Ed erano molti anche i giovanissimi che hanno voluto partecipare a quello che può essere definito un evento storico. Marta Boi ha diciannove anni: «Basta con i pregiudizi», dice, «è giusto che ci siano i diritti per tutti i cittadini. C’è scritto anche nella nostra Costituzione: siamo uguali». Adriana Zonca segue con attenzione la preparazione dei carri. Ha quasi sessant’anni e per lei «èuna bellissima manifestazione: c’è tanta gente. Siamo arrivati qui dalla spiaggia per curiosità ma non ci trovo nulla di scandaloso né di cattivo gusto. I gay fanno parte della nostra società, non vedo perché dovrebbero nascondersi». Rita e Sofia sono madre e figlia: assistono perplesse alla partenza della sfilata. A Rita la cosa non piace per nulla: «Rispetto il loro modo di essere ma non mi piace tutto questo esibizionismo. Che motivo c’è di andare in giro vestiti così?», si chiede riferendosi alle Drag che circolano tranquillamente con parrucche colorate e tacchi a spillo. «La cosa vale anche per gli etero», aggiunge sua figlia Sofia, «non vedo la necessità di ostentare quella che è una scelta del tutto personale». Nutrita anche la delegazione dei giovani democratici, con la loro bandiera arancione. Mauro Usai segretario regionale, manifesta il pensiero del Pd: «La negazione dei diritti è una battaglia di civiltà che vale per tutti. Basta con l’omofobia, la città ha già detto la sua dando il via libera al registro delle unioni civili». Giuseppe, Enrico e Simone abbandonano la spiaggia per non perdersi la partenza dei carri. «Siamo orgogliosi che finalmente anche in Saregna possa passare in strada una gay pride », dicono convinti, «era ora, finalmente Cagliari è una città moderna ». D’accordo anche Roberto Orrù, pensionato che all’ombra osserva curioso il serpentone di mille colori: «Non c’è nulla di osceno né contro il buongusto. Hanno organizzato una bella manifestazione. I benpensanti possono stare tranquilli», conclude sorridendo e salutando con la mano i ragazzi sui carri. Francesca Ortalli