DOPO LA SFILATA. Fa discutere la colorita manifestazione al Poetto
«Corteo eccessivo», «giusto farlo a Cagliari»
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C'è chi ci è andato per pura curiosità e chi perché ci credeva. Chi neppure lo sapeva e chi ha solo letto le cronache sui giornali. C'è chi li appoggia e chi li odia. Dopo il primo Gay pride sardo, che si è svolto sabato pomeriggio nel lungomare Poetto, i cagliaritani continuano a discutere sull'evento. Oltre che sul sito Unionesarda.it , anche per la strada.
LE POLEMICHE A stupire, in alcuni casi, è stata non tanto la manifestazione in sé ma il fatto che abbia avuto il patrocinio del Comune e della Provincia e che il sindaco Massimo Zedda e la presidente Angela Quaquero abbiano sfilato in prima fila con gli organizzatori, l'associazione Arc. «Meno male che non è venuto anche Nichi Vendola», afferma contrariato Salvatore Piras, anziano di San Benedetto mentre prende il fresco in una panchina sotto un albero, «sono andato per curiosità e mi ha fatto schifo, non è giusto che facciano feste così». Posizione simile ha il suo amico Francesco Cicu, secondo cui i gay «hanno diritto a non essere discriminati ma non a mettersi in mostra come ho visto in tv e sui giornali».
Alessia Caiazzo, giovane cagliaritana che ieri parlava del pride con le amiche. «Non sono contraria, ognuno deve esser libero, ho molti amici gay - sottolinea - ma trovo eccessivo manifestare in quel modo esagerato, come se fosse carnevale. Gli eterosessuali per tutelare i loro diritti non manifestano così».
Alla domanda su cosa pensano della questione omosessuale, si stupiscono Belen Rosales e Cristina Perez, due ragazze spagnole che sono in vacanza in città: «Chiunque ha diritto di esprimersi e di essere ciò che è». Questione chiusa. Almeno per loro.
IL CAOS TRAFFICO Favorevolissima alla manifestazione ma critica sulla gestione della viabilità Eleonora Monti: «Se non mi avesse avvisato mia madre sarei rimasta bloccata. È mancata la comunicazione». Concorda con lei il suo amico Marco Palmas che comunque sottolinea l'importanza di aver organizzato anche a Cagliari la marcia per l'orgoglio omosessuale.
I POLITICI Sul Gay pride prendono posizione anche i politici come Giampaolo Diana del Pd, che sabato non c'era per precedenti impegni ma ritiene che «si debba essere dalla parte di chi, ancora oggi, si trova costretto a lottare per il riconoscimento dei propri diritti». Invece c'era l'Idv di Federico Palomba che ricorda come il suo partito ha proposto «l'estensione della legge Mancino (che punisce la discriminazione per motivi razziali) ai fatti determinati da omofobia e transfobia».
Mario Gottardi