L'opinione
di Massimo Crivelli
Trattati come pacchi e sloggiati dall'oggi al domani senza nemmeno una spiegazione comprensibile. Hanno ragione gli studenti di via Monte Santo a protestare: non ci si comporta così con ragazzi che vivono lontano da casa, sopportano sacrifici inseguendo una laurea che spesso, purtroppo, non serve ad assicurar loro un lavoro.
Davvero una brutta figura per l'Ersu che, scaricando le responsabilità sui servizi tecnici, finisce per darsi solo la zappa sui piedi. E non è nemmeno un caso che l'incidente (chiamiamolo così) sia capitato proprio in quell'edificio, l'unico che nella recentissima inchiesta dell'Unione Sarda sul pianeta università a Cagliari non aveva superato la soglia della sufficienza.
Che le condizioni di quel caseggiato non fossero buone si era già capito dalle testimonianze raccolte poche settimane fa fra gli studenti. Cosa abbia fatto precipitare la situazione resta un piccolo mistero, uno dei tanti (troppi) che si stanno verificando in questa estate dei veleni cagliaritani. Che sia solo un problema di sciacquoni è davvero difficile crederlo. Non si evacua una casa dello studente di tutta fretta per dei gabinetti che non funzionano.
E dunque? L'Ersu si sbrighi a fare chiarezza per tranquillizzare gli studenti e metter fine ai disagi. Anche perchè circolano già ipotesi fantasiose e un po' inquietanti oggi che l'amianto è tristemente di moda. Tutte cose che non fanno bene all'istituzione universitaria che fra mille difficoltà e budget ridotti sta tentando di andare avanti in un momento oggettivamente difficile.