Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L' accusa: «Trattati come pacchi»

Fonte: L'Unione Sarda
29 giugno 2012

Reazioni del giorno dopo


Il giorno dopo soltanto facce stanche che non nascondono l'amarezza per «essere stati trattati come pacchi». I 180 universitari che mercoledì pomeriggio hanno dovuto abbandonare in fretta e furia la Casa dello studente di via Monte Santo hanno trascorso ieri la prima giornata in altre strutture dell'Ersu, dopo una giornata piena di tensioni, disagi e incomprensioni.
Anche quella di ieri è stata una giornata frenetica, perché c'era da completare il trasloco. L'Ente regionale per il diritto allo studio, infatti, ha stabilito due fasce orarie, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, durante in cui gli studenti possono rientrare nella struttura di via Monte Santo per ritirare i bagagli. Ma bisogna fare in fretta, perché c'è tempo solo fino a domani alle 12, salvo deroghe per coloro che al momento dello sgombero erano fuori città (per esempio, gli Erasmus). Una situazione di grande disagio che l'Ersu ha cercato di contenere, perché, oltre al trasloco, bisogna concentrarsi anche sugli esami.
Fabio Barabino, uno dei rappresentanti degli studenti di via Monte Santo, studente di ingegneria elettrica, vive da mercoledì notte nella Casa di via Businco. «La prima notte è andata», dice, «ma dobbiamo andare avanti e indietro per recuperare le ultime cose. Proprio venerdì, (cioè oggi), avrei dovuto sostenere un esame, ma adesso chi ce la fa?» La preoccupazione per gli appelli e le reali motivazioni legate allo sgombero dominano nei discorsi degli studenti il giorno dopo l'evacuazione. «Ci hanno chiesto di lasciare la Casa all'improvviso, creando disagi difficili da sopportare. Se l'Ersu ci raccontasse tutta la verità su questo sgombero forse sarebbe meglio», spiega Federica Secci, altra rappresentante degli studenti.
Gli universitari di via Monte Santo, infatti, continuano a nutrire dubbi sulla motivazione ufficiale, quella che parla di interventi urgenti sulle tubature dell'acqua.
Mauro Madeddu