Castello. Terminato il restauro del vecchio Municipio: sarà sede di rappresentanza per il sindaco
Diventerà una costola dell' Expò ospitato dalla Passeggiata coperta
Lo schema sarà lo stesso della Passeggiata coperta: punto di ristoro, sala conferenze e spazio per le esposizioni.
Sarà un caso, ma nell'ex sede del Conservatorio che sogna di diventare il traino culturale di Castello e della città intera (in programma: caffè letterario, book shop e mostre d'arte), i muratori inchiodano il parquet al ritmo de La ballata dell'amore cieco di Fabrizio De Andrè. Fischiettano e sistemano i listelli su un pavimento vecchio quasi 700 anni, che nel corso dei secoli è stato: 1) Sede dell' assemblea dei consiglieri della città al tempo della dominazione aragonese; 2) Municipio fino ai primi del '900; 3) Scuola di musica fino al 1970.
Nella sua quarta (e ultima?) vita invece sarà una costola dell'Expò inaugurato qualche settimana fa nella Passeggiata coperta del Bastione. Nelle sale del primo piano andrà una selezione di «gioielli, tessuti e costumi delle città regie», come anticipa l'assessore alla cultura Giorgio Pellegrini. E lo schema, più o meno, sarà lo stesso seguito per il recupero dei saloni del Saint Remy: un punto di ristoro, una sala conferenze, un grande spazio per le esposizioni d'arte.
IL CAFFÈ L'ingresso del bar («caffè letterario», specifica l'assessore) sarà nel versante di via Cannelles e sarà aperto con orario continuato per intercettare turisti affamati e in cerca di un tavolo e una sedia dove far riposare i piedi: impresa difficile in un quartiere dove attualmente per comprare un pacchetto di sigarette e bere un caffè è necessario scendere a valle. Pavimento in cotto chiarissimo, soffitti ben oltre la soglia di abitabilità di 2 metri e 70 centimetri, volte a crociera e un'illuminazione moderna che aiuta quella naturale - e storicamente bassa - dei vicoli di Castello. La gestione è stata affidata provvisoriamente (per i prossimi 5 mesi) alla società Blu pegaso, la stessa che ha ottenuto (sempre in affidamento provvisorio) il caffè della Passeggiata coperta. «È normale: il momento del ristoro fa parte del viaggio e delle visita. Questo edificio sarà un punto d'attrazione turistica ed era necessario. È così in tutto il mondo, non significa snaturare la struttura», spiega la dirigente comunale Ada Lai a chi fa notare che ogni ristrutturazione di spazi comunali è affiancata da un caffè letterario.
L'INAUGURAZIONE Aprirà «entro l'anno» e sarà il punto di ristoro di un edificio-museo dove negli anni si è accavallata più di una ristrutturazione e, per questo, il recupero (il progetto esecutivo è opera dello studio sassarese Gavini e Roggio) è stato comprensibilmente difficile. «Il palazzo risale al 1400, ma nel 1700 è stato sopraelevato», racconta Daniele Vacca, ingegnere dell'assessorato ai Lavori Pubblici che insieme alla dirigente Clara Pala ha seguito il restyling del Palazzo di città. Lavori iniziati a settembre del 2006 e finiti in questi giorni (l'impresa sta portando a termine gli ultimi collaudi) e costati 3 milioni e seicento mila euro, stanziati dal Comune per riappropriarsi di uno spazio di oltre 1.600 metri quadri.
EDIFICIO PERICOLATE «Quando abbiamo aperto il cantiere, l'edificio era in condizioni statiche preoccupanti». Fuori dall' ingegnerese , significa che il rischio di crolli non era poi tanto remoto. «Alcuni solai erano distrutti e i muri erano attraversati da crepe».
Sopra il bar, al piano terra per chi entra da piazza Palazzo, gli operai della “Pau Franceschino” hanno trovato, coperto da intonaci e pannelli, un soffitto a cassettoni del XV secolo. Nel legno, restaurato con l'aiuto della Sovrintendenza ai beni culturali, sono incisi e disegnati gli stemmi della città al tempo degli spagnoli: i colori sono rosso e blu, a testimoniare l'origine lontana della bandiera comunale. Se al primo piano, con vista sulla cupola della Cattedrale, andranno i pannelli e le teche dell'Expò delle città regie, il secondo piano, in un ampio sotto-tetto, diventerà «sala di rappresentanza» per il sindaco, con annessa «foresteria» dal parquet chiarissimo, travi a vista e bagno coperto col marmo. «Potrebbe ospitare gli incontri ufficiali del sindaco con le autorità in visita», ipotizza Pellegrini. Un loft che si affaccia su piazza Carlo Alberto e su piazza Palazzo e che si raggiunge grazie ad una scala - anche questa in marmo - ottocentesca, con intonaci gialli e rossi.
LO STEMMA Gli stessi scelti per la facciata («erano quelli originali», ricorda l'ingegner Vacca) dove da qualche mese è tornato al completo anche lo stemma di via Cannelles. È il simbolo di Cagliari: due tritoni, lo scudo e sopra la corona, che mancava da quasi trent'anni. Tolta per motivi di sicurezza (danneggiata, minacciava di cadere), era conservata dagli anni '80 nei magazzini comunali, anche per tempo i dipendenti avevano perso le tracce. Dopo le indagini interne dell'assessorato ai lavori pubblici (informati da un'inchiesta de L'Unione Sarda ), l'hanno ritrovata dentro una cassa di legno, nascosta in un deposito in via Pola. È stata restaurata rimessa al suo posto, nello stemma della città.
MICHELE RUFFI
16/10/2008