L'INTERVISTA. Francesco e Roberto sono fidanzati e convivono da due anni
Francesco ha ventisette anni e chiede di non scrivere il suo cognome: «Preferisco di no. Paura di essere discriminato o preso in giro? No, però non si sa mai...».
Condivide lo stesso tetto con Roberto, un anno più grande di lui. Entrambi hanno un lavoro («siamo impiegati») e sono felicemente fidanzati. «Conviviamo da due anni», spiega «e siamo intenzionati a iscriverci nel registro per le unioni civili».
Forse non potranno farlo da domani, perché gli uffici avranno bisogno di qualche giorno per organizzarsi e adeguarsi al nuovo corso. Ma giura che lo faranno e ovviamente apprezza l'impegno della maggioranza di centrosinistra in Consiglio, che ha varato il regolamento: «L'istituzione del registro ha una grande valenza simbolica e politica, è un messaggio. L'Italia fa parte dell'Unione europea, l'Unione europea sostiene che le coppie omosessuali devono avere gli stessi diritti di tutte le altre coppie. E poi è un registro in cui si potranno iscrivere più tipologie di coppie, non solo quelle omosessuali».
Cosa cambierà da oggi? «Dal punto di vista locale, qui a Cagliari avrò un diritto in più. Mi auspico che altri Comuni seguano questa strada e che il messaggio arrivi al ministero, anche se la vedo abbastanza grigia. Questo è un provvedimento che dovrebbe essere esteso e avere un carattere nazionale».
Francesco e Roberto parteciperanno al Gay pride di sabato, al Poetto: «Certo, ci sarò. E giudico un fatto più che normale, naturale, che la manifestazione sia stata patrocinata da Comune e Provincia. Anzi. Mi dispiace che finora non ci sia stata la possibilità di organizzarla». ( m.r. )