Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il business (abusivo) delle case popolari

Fonte: L'Unione Sarda
16 ottobre 2008

Il caso. Polemiche anche sui costi della custodia degli immobili e sulle occupazioni

«Venduti» gli alloggi di Comune e Area. Depau: lo sanno tutti

«Il Comune non usa i 7,8 milioni che ha in cassa per costruire case. In fumo anche i fondi per i 76 alloggi a Mulinu Becciu».
Ottomila euro per uno scantinato a Sant'Elia, sino 20 mila per un appartamento di dimensioni dignitose in un qualsiasi palazzo, purché pubblico. Il mercato abusivo delle case popolari cresce e prolifera ai margini della guerra, lunga e cruenta, che un esercito di 1750 senzatetto combatte per la conquista di un appartamento dove vivere.
Un mercato invisibile, gestito da agenti immobiliari clandestini che sanno muoversi nel recinto della città proibita senza trovare quasi mai resistenza da parte di Comune, Area (l'ex Iacp). Funziona così: l'assegnatario di una casa popolare decide di andar via e «vende» l'appartamento al miglior offerente. Non cambia residenza e non comunica la variazione, in realtà a vivere nell'appartamento sono altri.
Un fenomeno - denunciato due anni fa dall' Unione sarda - che si credeva superato grazie alle intese tra forze dell'ordine, magistratura, Comune, Area. Ma che è tutt'altro che cessato, così come le occupazioni abusive degli immobili.
Un periodo di pausa c'è stato, a dire il vero. È successo i primi mesi di quest'anno quando il Comune per evitare l'occupazione di immobili lasciati liberi dagli inquilini, ha stanziato 230 mila euro per custodirli. Soldi dei contribuenti bruciati in 90 giorni. Sono stati spesi 26 mila euro per custodire un bivano in via Castelli che, stando ai numeri dell'inventario dei beni immobili comunali (che indicano valori catastali), vale 18 mila euro, 28 mila per un altro appartamento in via Dei Carrubi che vale 24, 13 mila per via Buzenach, 17,2 per via Fasano, 6,6 per via Schiavazzi e via elencando. Domanda: perché quelle case non sono state consegnate subito agli assegnatari, visto che la graduatoria è perfettamente operativa e 1750 persone aspettano da anni? O perché, come si sta facendo adesso, non si sono responsabilizzati gli inquilini uscenti dando a loro la custodia dell'appartamento sino al subentro dei successori? «Me lo chiedo anch'io», risponde, polemizzando col suo predecessore, Luciano Collu, assessore al Patrimonio. «So solo che ora stiamo facendo così». Marisa Depau, consigliere comunale del Pd, dice di aver segnalato il problema compravendite illegali e occupazioni abusive più volte al sindaco e all'ex Iacp. «Mezza Sant'Elia è occupata abusivamente, lo sanno tutti. Si sa che molti si sono venduti la casa comunale o per dare l'acconto per acquistare un altro appartamento o semplicemente per lucrarci, magari approfittando del fatto che i genitori, assegnatari, sono finiti in ospedale. Lo sanno tutti, ma nessuno interviene».
Ma Depau, cui tre mesi fa hanno fatto saltare il portoncino di casa, ha altre domande da fare: «Perché, considerata l'emergenza, il Comune non usa i 7,8 milioni che ha in cassa per costruire case? Perché sono andati in fumo i fondi per i 76 alloggi a Mulinu Becciu? Che gioco sta facendo il consiglio, a destra e sinistra?». A queste e ad altre domande oggi risponderà l'assessore. (f. ma.)

16/10/2008