VIALE SANT’IGNAZIO
Gli operai hanno cominciato a smontare platea, primo anello e sottoservizi. Per le tribune sulla roccia servirà un secondo appalto, poi partirà anche il concorso di idee
L’Anfiteatro verso la libertà. Sono cominciati ieri i lavori per smantellare la legnaia dal principale monumento di Cagliari. È solo della prima fase del cantiere e la ditta che ha vinto l’appal - to dovrà portare via la platea e il primo anello, ma non il secondo e il terzo che per buona parte sono piantati sulla roccia. Per la seconda fase sarà necessario un nuovo bando, sotto la supervisione del ministero dei Beni culturali e la Soprintendenza. Poi ci sarà anche il concorso internazionale di idee per recuperare al meglio la struttura, che tornerà ad ospitare spettacoli ma senza le tribune sulle gradinate romane. I lavori partiti ieri dovrebbero durare 90 giorni, con la rimozione di platea e primo anello, ma anche della rampa di accesso ai camerini, impianti elettrici, idrico-sanitari e antincendio e tutte le
pavimentazioni. Se i tempi verranno rispettati, d’autunno resteranno solo le tribune più alte, quelle che hanno portato allo stop dei concerti e alla chiusura dell’Anfiteatro. Le tribune erano state sistemate nel 2000, ma si sarebbe dovuto trattare di una soluzione temporanea. Ma da lì non si sono più mosse, fino a quando è stato certificato il «degrado accelerato», di un monumento che ha resistito per duemila anni e stava soffrendo per le tribune “provvisorie ” che lo rivestono da dodici anni. Quella di chiudere l’an - fiteatro è stata una delle prime decisioni della giunta Zedda appena insediata. Una scelta impopolare presa all’inizio della stagione estiva che aveva fatto saltare i piani degli organizzatori con i concerti trasferiti nella meno nobile cornice della Fiera. Le condizioni dell’Anfiteatro e le indagini della Magistratura hanno portato al provvedimento di chiusura totale, una decisione che l’amministrazione Floris non si era sentita di prendere a ridosso delle elezioni. Giancarlo Galan, da ministro dei Beni culturali, aveva ripercorso tutte le tappe della vicenda fino alla nota dell’Istituto superiore di conservazione e restauro (Iscr) del Mibac (trasmessa al Comune il 29 marzo del 2011) in cui si evidenziava «esplicitamente la necessità e urgenza della rimozione delle infrastrutture per spettacoli, confermando le risultanze del precedente sopralluogo della soprintendenza e rilevando come oltre ad accelerare sensibilmente i degradi in corso, la presenza delle infrastrutture per spettacoli impedisca ogni intervento corretto di diagnosi, manutenzione e conservazione del bene culturale, condannandolo di fatto alla totale assenza di interventi conservativi». Nel frattempo a Sant’Elia vanno avanti i lavori per la nuova Arena concerti. M.Z.