Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Energia elettrica, città sprecona

Fonte: La Nuova Sardegna
15 ottobre 2008

MERCOLEDÌ, 15 OTTOBRE 2008

Pagina 2 - Cagliari



Cagliari al vertice dei consumi nazionali. Gli ambientalisti: occorrono norme edilizie per stimolare le costruzioni ecologiche



«Manca la volontà politica da parte del Municipio»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. La città sta facendo importanti passi avanti sulla raccolta differenziata e sul verde pubblico: il rapporto sull’ecosistema urbano 2009 di Legambiente dice che Cagliari ha imboccato una via virtuosa. Ma del dossier si legge anche che il consumo di energia elettrica per usi domestici vede il capoluogo dell’isola in cima agli spreconi, seconda solo a Bolzano.
Le cifre raccontano, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, che ha dedicato la pagina centrale dell’altro ieri al rapporto di Legambiente, che a Cagliari i consumi ad uso domestico (da intendersi non industriale) è di 1.591 kwh per abitante all’anno. Inferiore solo a Bolzano (1.672).
Ma come mai consumi così alti? «Il problema - spiega Luigi Lai, di Legambiente - è che non vi sono politiche comunali adeguate. In altre città sono stati approntati dei regolamenti edilizi che indirizzano verso l’utilizzo di energie alternative e altre modalità che creano forti risparmi di energia». In pratica i palazzi con sistemi fotovoltaici per il riscaldamento solare o con altre forme alternative, sono rarissimi. Da qui l’alto consumo di energia: quella che viene fatturata. «Nelle abitazioni quasi tutti utilizzano, ad esempio, lo scaldabagno elettrico - spiega Silvano Piras, architetto ambientalista, specializzato in progettazioni biocompatibili - Cagliari, ad esempio, non ha mai fatto il piano regolatore energetico, che dovrebbe essere obbligatorio per le città con oltre 150mila abitanti. Il che significa che non sono state messe in atto misure per favorire il risparmio sia a livello pubblico, che nelle abitazioni. Secondo questo piano ogni nuova abitazione dovrebbe avere la certificazione energetica: un attestato che dice quanto l’abitazione “consumerà” ogni anno per essere riscaldata o raffreddata e per gli altri usi energetici domestici. Anche se oggi l’assessore all’Urbanistica Gianni Campus sta dimostrando una certa sensibilità verso questi problemi».
Inoltre manca una informazione pubblica sulle agevolazioni per chi cerca di rendere il proprio alloggio più ecocompatibile. «Risparmiare sui consumi elettrici tradizionali significa anche limitare la produzione di co2 - continua Piras - la finanziaria del 2007 aveva previsto che per gli interventi atti a ridurre i consumi vi sarebbe stata la detrazione del 55 per cento della spesa sostenuta, dall’imponibile. Ma nessuno lo sa. Inoltre nella nuova legge urbanistica regionale vi sarà un articolo che prevede, per chi costruisce con muri più spessi e coibentati, di recuperare la volumetria e di pagare meno tasse sulla casa». Gli esempi da seguire ci sono, come la palazzina che si sta costruendo in via Posada, che azzera le emissioni di co2 e permetterà un risparmio energetico del 70 per cento, col restante trenta prodotto in modo autonomo e a costi molto più bassi.
Notevoli sono anche le spese energetiche comunali: cinque milioni e mezzo di euro. «Una cifra eccessiva che mostra il ritardo - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd - su questo settore. Basti dire, ad esempio, che la piscina olimpionica costa ogni anno un milione di euro di gestione, la maggior parte per costi energetici. E non c’è nemmeno un impianto fotovoltaico». L’assessore comunale Gianni Giagoni (Servizi tecnologici) informa che c’è un programma di intervento. «Nella rotonda stradale - precisa - che congiunge via Sonnino a via XX Settembre abbiamo inserito una serie di luci (con lampade fotovoltaiche) che permettono di spendere solo un ventesimo del costo precedente. Siamo agli inizi ma ci stiamo muovendo».