Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lo «scandalo-piscina» finirà alla Corte dei conti

Fonte: La Nuova Sardegna
15 ottobre 2008

MERCOLEDÌ, 15 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari



Comune, l’opposizione annuncia un esposto ai giudici amministrativi: non faranno tutto quello che vogliono



La struttura è stata affidata alla Fin con una spesa per il Municipio di oltre 240mila euro all’anno

CAGLIARI. Il caso della piscina olimpionica finirà alla Corte dei conti. Il centrosinistra è deciso ad andare sino in fondo. «Si tratta di uno scandalo talmente grosso che è difficile pensare che la Corte dei conti non se ne interessi», precisa Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale, nel commentare la firma della convenzione tra il Comune e la Federazione italiana nuoto (Fin) per la gestione della piscina olimpionica di Terramaini. «Non è possibile - continua Depau - che una simile assegnazione venga fatta senza un bando di gara considerando che costerà all’amministrazione 240mila euro all’anno per nove anni. Con in più il fatto che c’erano altre manifestazioni di interesse a costo zero».
La Corte dei conti, continua Depau, «è intervenuta diverse altre volte sul Comune». E ora in vari settori del centrosinistra si dice già che sarà inevitabile una comunicazione alla magistratura contabile «perchè la Giunta non può comportarsi con una simile discrezionalità».
I 240mila euro che saranno dati alla Fin sono presenti nel contratto di gestione in quanto «i costi della struttura sono molto alti e ammontano a circa un milione di euro all’anno», aveva precisato l’amministrazione. Un fatto che l’opposizione, e non solo, ha considerato del tutto anomalo. Il Comune ha risposto affermando che la Fin dà una serie di garanzie che le altri operatori non danno, per il ruolo che ricopre in campo nazionale: per gli obiettivi di sviluppo del nuoto che si pone il Comune. Ma la constatazione che venga dato un pagamento a chi gestisce e non viceversa è «decisamente inusuale» anche perchè ci sono state altre società, tra cui la Fipasas, che avevano proposto una gestione a costo zero della piscina.
L’amministrazione, che sabato aveva fatto una conferenza stampa per presentare la firma del contratto di affidamento, ha giustificato la scelta della Fin anche perchè alla Federazione italiana nuoto «è riconosciuta» da parte delle Federazioni sportive nazionali «valenza pubblicistica». Inoltre il prestigio della Fin, secondo i responsabili politici del palazzo di via Roma, ne fa l’interlocutore privilegiato «alla costruzione di un Centro federale permanente per la preparazione sportiva e di un Centro per l’addestramento dei nuclei di protezione civile di salvamento». In più la Fin contribuirà alla «creazione locale del Centro federale nuoto».
Ma la minoranza ha ormai dissotterrato l’ascia di guerra. E in una interrogazione, oltre a denunciare l’affidamento di un bene pubblico pagando, ha fatto presente che il presidente della Fin è un senatore eletto nelle liste del Pdl. Poi ha rispolverato tutto «il tortuoso iter» adottato della piscina e chiesto «se, quando è stata deliberata la realizzazione» della struttura, «sia stato predisposto un piano di fattibilità finanziaria e gestionale?». Inoltre l’interrogazione precisa che tutta la progettazione è stata fatta dagli uffici comunali «che non sono in grado di rispondere con la necessaria celerità neppure all’attività ordinaria nel campo urbanistico ed edilizio».
La storia ha anche punti non del tutto chiari. Nello stesso documento comunale si afferma che «l’amministrazione comunale, pur individuando la Fin quale “interlocutore unico” (perchè il solo a ciò titolato) per un affidamento diretto», con una delibera del consiglio comunale del 2007 «ha approvato l’affidamento in gestione della piscina a soggetti privati». Da qui la richiesta di presentare manifestazioni di interesse (a cui hanno partecipato quattro società). A questo punto e visto che sin dall’inizio la Fin era considerata «unico interlocuttore», la richiesta pubblica accennata pare un contentino (forse a qualcuno della maggioranza), mentre la scelta era già stata fatta. «A me sembra - commenta Depau - che la richiesta di interesse pubblico, una volta che avevano deciso per la Fin, sia stato un atto protettivo per l’amministrazione, ma le crepe sono evidenti».
Infine c’è il problema dei cinque disabili impiegati nella piscina, sollevato anche dal consigliere comunale e regionale Marco Espa: «Che fine faranno visto che il contratto stipulato con la Fin non prevede il proseguimento dell’incarico lavorativo di detti operatori, il cui contratto scade a fine dicembre?». Una «dimenticanza sospetta» dato che l’inserimento delle cinque persone con disabilità come bagnini rappresenta «uno dei pochi, ma importantissimi, progetti sperimentali di inserimento di categorie svantaggiate». (r.p.)