La lotteria-abitazione
Appartamenti richiesti: 1750. Appartamenti in costruzione o ristrutturazione disponibili entro un anno: 116. Se la matematica non è un'opinione solo il 6,6% di chi aspira ad una casa comunale l'avrà. Meno di sette su cento. I numeri crudi fotografano una situazione cronicamente drammatica e aiutano a capire perché ciclicamente il disagio si scalda sino all'ebollizione e sfocia in disordini, proteste e talvolta in vere rivolte. Non sempre spontanei. E non sempre arginati con la dovuta decisione.
Certo è che gli interventi del Comune, che pure ci sono stati, si sono rivelati insufficienti a scalfire il problema nonostante un preciso impegno dell'amministrazione Floris ad affrontare il problema realizzando, nel contempo, quella città senza periferie che è stato uno degli slogan più citati delle campagne elettorali del sindaco.
Il Comune trovò anche uno strumento per ottenere nuovi appartamenti a costo zero: si chiamava premio di cubatura e consisteva nel regalare metri cubi in più rispetto a quelli previsti dal Puc agli impresari che avessero costruito assieme ad appartamenti di edilizia residenziale, anche alloggi popolari da cedere al Comune. Un modo per raggiungere entrambi gli obiettivi: case gratis e integrazione tra quartieri popolari e residenziali. Ma è stato proprio questo uno degli elementi che ha fatto fallire il meccanismo: Cagliari si è scoperta classista e nessun impresario ha approfittato della proposta. Inoltre le condizioni di mercato - poche aree e prezzi da far lievitare a piacere - non suggeriva l'applicazione dello strumento.
Fallito il “premio”, il Comune, anche grazie a finanziamenti regionali, ha iniziato a ristrutturare vecchi edifici scolastici, svuotati dal calo demografico e dai tagli progressivi dei governi all'istruzione. I 48 appartamenti di via Premuda consegnati la settimana scorsa ne sono un esempio. Chi li occupa paga un “canone sociale” da 50 a 150 euro, a seconda del reddito. Vi si stanno trasferendo famiglie che occupavano altre case comunali, che a loro volta, dopo rapidi interventi di manutenzione, saranno assegnati ad altre persone in fila.
Nei mesi scorsi sono stati consegnati 20 appartamenti “a canone concordato” in una palazzina di via Della Pineta, sino a qualche anno fa affittata all'Università. Fanno parte del bando “20 mila alloggi in affitto” - 750 persone in graduatoria - con il quale si stanno realizzando 20 appartamenti in via Corsica e 20 in via Malfidano. I canoni variano da 200 a 400 euro al mese. Dalla ristrutturazione del palazzo che ospitava l'istituto tecnico industriale Giua, tra via Rossini, via Boito e via Donizetti, il Comune ricaverà altri 30 alloggi.
Efisio Pireddu (Udc), presidente della commissione Patrimonio del Consiglio comunale, è conscio dell'emergenza alloggi e della «piaga sociale» delle occupazioni abusive. E propone una soluzione: «Potremmo cedere terreni ad imprenditori che si impegnano a costruire alloggi in parte da cedere al Comune in parte da vendere, anche per le giovani coppie che emigrano. Abbiamo una serie di aree, compresa quella dell'ex mercato ortofrutticolo di viale Monastir, vedremo». Quanto all'emergenza abusivismo, Pireddu è per la fermezza: «Conosciamo i disagi, ma abbiamo il dovere morale di garantire i diritti di chi è in graduatoria, che non possono essere calpestati da chi non vuole rispettare le regole. Da ora in poi chi lascia una casa per prendere possesso di un'altra sarà responsabile di eventuali occupazioni abusive». (f. ma.)
15/10/2008