Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

“Geppe”, comandante partigiano

Fonte: Sardegna Quotidiano
19 giugno 2012

VISIONI

 

Una lezione di storia, un racconto personale che va a sistemare una nuova tessera nel mosaico della Seconda Guerra mondiale. Domani alle 18.30 la Cineteca Sarda di viale Trieste presenta “Geppe e gli altri”, lungometraggio realizzato da Francesco Bechis, Giuseppe Caboni, Francesco Capuzzi, Walter Falgio e Laura Stochino. Un lavoro di gruppo durato un anno. Più di venti ore di filmato, montati con cura per evidenziare i fatti più significativi. Geppe era il nome di battaglia di Antonio Garau, cagliaritano classe 1923, comandante della Brigata partigiana “Aldo Casalgrandi” operativa durante la Resistenza nel Modenese. Il film ripercorre i mesi dall’armistizio di Cassibile, reso noto l’8 settembre 1943, sino alla fine della guerra. La storia è raccontata direttamente da Garau, che ricostruisce con una invidiabile lucidità e vividezza i momenti più importanti di quegli anni terribili. Le azioni di resistenza, la prigionia, la liberazione del paese di Spilamberto e il ritorno a Cagliari sono le tappe fondamentali di questo percorso. La storia di questo comandante partigiano è stata raccontata grazie all’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia, al Laboratorio di Etnografia Visiva dell’università e alla Società Umanitaria. A cogliere questa testimonianza non ci sono operatori del cinema, ma storici ed antropologi. L’intento non è costruire uno spettacolo intorno alla figura di un cagliaritano illustre, ma cercare di ricostruire la realtà storica. La testimonianza di Geppe potrebbe avere ripercussioni sulle cronache di quel periodo raccolte dagli esperti. «È stata una scoperta sorprendente», dichiara Walter Falgio, «il nome di Garau appariva soltanto in alcuni saggi sconosciuti ai più, ma non c’era traccia di molte delle situazioni che ci ha raccontato durante le nostre sedute di ripresa». Quasi nessuno a Cagliari ne era a conoscenza. Quell’uomo aveva anche un passato nella resistenza emiliana. Dopo le prime rivelazioni Caboni e Falgio, rispettivamente fondatore e membro dell’Issra, si sono avvalsi della collaborazione degli altri tre curatori. Bechis ha svolto la funzione di regista, Capuzzi e Stochino hanno collaborato alla realizzazione di una griglia analitica e alla ricostruzione storica degli eventi. Il comandante partigiano ha raccontato la propria vita di fronte alla cinepresa con un po’ di diffidenza iniziale, per poi mettersi a suo agio di fronte a persone curiose di conoscere gli aspetti meno conosciuti di quel periodo storico. «Si tratta di un’iniziativa di militanza culturale», spiega Falgio, «operata con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sui temi della libertà e della resistenza antifascista». L’i ndagine storica si unisce alla ricerca etnografica, all’interno di un film completamente autoprodotto. La scoperta è avvenuta un po’ per caso. Antonio Garau ha tenuto nascosto il suo passato per oltre sessant’anni. Una memoria sepolta e poi riportata alla luce. Le motivazioni di questa scelta sono da ricercarsi nel passato. Il ritorno a Cagliari è stato un forte trauma per il partigiano. Prima l’accusa di aver ucciso un ex fascista, poi la reclusione nel carcere carcere di Buoncammino, fino al lieto fine. La scarcerazione derivante dalle prove della sua innocenza. Il trauma provocato da questi eventi ha portato Garau a chiudere con il passato, fino alla fortunata scoperta dei due ricercatori. Proprio quest ’anno il Comune di Cagliari ha fatto pace con il partigiano Garau, con la proiezione del film nell’aula consigliare il 23 aprile, la stessa data in cui sessantasette anni fa le brigate comandate da Geppe avevano liberato Spilamberto. Una riappacificazione che arriva con qualche anno di ritardo, ma che permette lo scioglimento di un trauma ormai sepolto nella memoria. Prima della proiezione di mercoledì interverranno gli autori del lungometraggio che, insieme ad Antonello Zanda, direttore della Cineteca, introdurranno le tematiche esposte nel film. Presente in sala anche il protagonista del film, il comandante partigiano. “Geppe e gli altri” racconta la storia di un partigiano attraverso i suoi ricordi, memorie ingombranti di un periodo fondamentale della nostra storia. Jacopo Basanisi