La questione del nuovo stadio
Enrico Pilia
Un nuovo progetto. Un'idea, una strada da percorrere. C'è ancora lo stadio in primo piano, in mezzo fra le scelte del Comune e le pressioni - inevitabili - del Cagliari. Una storia che sembra senza fine fra cambi di scenario, proposte, liti giudiziarie e progetti in transito. Il Cagliari, dimenticati per un giorno quei giorni al veleno con il pignoramento dei soldi ottenuto dal Comune, riapre le trattative e chiede all'amministrazione un passo indietro (stadio senza valore, poi l'abbattimento), o magari un passo avanti, con una nuova perizia e un impianto da realizzare “dentro” quello attuale. Massimo Cellino fa l'imprenditore, anche nello sport, e sa che è cosa buona e giusta disegnarsi un futuro senza trappole: ecco perché la strada che deve prendere il Cagliari a cominciare da quest'estate deve essere in discesa, senza imprevisti. L'esordio programmato a Trieste, poi il ritorno a casa - si fa per dire - con lo spostamento a Quartu, quindi - lo dicono gli ultimi atti - la fine del viaggio con l'atterraggio a Cagliari, zona di Sant'Elia secondo il progetto della società rossoblù. Entro tre anni, la Karalis Arena nascerà - dovrebbe nascere - all'interno del Sant'Elia, se il Comune accoglierà il piano di Cellino.
Mentre il parco di Molentargius viene ferito dalle fiamme e il Poetto deve sopportare l'umiliazione della chiusura temporanea, dietro la Sella del Diavolo c'è qualcuno che cerca una soluzione dopo mesi di parole senza senso e strategie sballate. E a Quartu, dove il sindaco Mauro Contini ha steso tappeti rossi per il Cagliari, devono comunque giocarsi tutte le possibilità di convincere Cellino a fermarsi a Is Arenas. Altrimenti, se dovrà essere Sant'Elia, saranno stati tre anni d'amore. Speriamo anche di grandi successi.