DISASTRO A MOLENTARGIUS
Molentargius, il giorno dopo. I versi delle garzette sembrano disperati. «Stanno piangendo», sostiene un abitante di Medau Su Cramu. Gli uccelli che stavano nidificando nel canneto distrutto dal fuoco sono sull’altra sponda del canale di Is Arenas che osservano quello che fino a sabato pomeriggio era il loro giaciglio. Lì non ci sono fenicotteri ma ci “abitano”anche la nitticora, l’airone guardabuoi e il pollo sultano. Le fiamme sono partite da un terreno incolto vicino al depuratore, ma secondo alcuni residenti un secondo focolaio sarebbe partito a pochi metri dal canale di deflusso del Bellarosa Minore, che costeggia il lato di Medau Su Cramu che guarda Cagliari. Il fuoco anche ieri ha ripreso a camminare ed è stato necessario un secondo intervento per bloccarlo, ma solo oggi i vertici del parco faranno un sopralluogo per valutare i danni alla flora e alla fauna del parco. Il direttore del parco precisa che «l’incendio è partito in un terreno privato incolto e non messo in sicurezza, nonostante le norme e le ordinanze antincendio emanate » .
GLI IDRANTI ALL’ASCIUTTO Lungo la stradina c’è il sistema antincendio che dovrebbe proteggere il parco di Molentargius, ma è fuori uso. «Gli idranti dell’impianto antincendio, realizzato dalla Provincia di Cagliari da circa sei anni, vengono puntualmente vandalizzati rendendoli inservibili - ha comunicato il direttore del parco Marco Loddo - l’Ente Parco Molentargius aveva provveduto da circa due settimane ad avvisare i vigili del fuoco e la Forestale del problema legato agli atti di vandalismo che ha interessato circa l’80% delle prese d’acqua rendendo l’impianto fuori uso. Sebbene fosse stata rilevata l’anomalia, non è stato possibile ripristinare l’impianto per mancanza dei fondi». Ben diversa la versione dei residenti. «Acqua non ne esce praticamente mai - commenta Quintino Serra, vicepresidente della Comunione Medau Su Cramu - quando scorre in quella condotta si vede subito, perché si formano grandi pozzanghere: quando non ci sono vuol dire che non c’è l’acqua. E non è di certo una questione delle ultime settimane». Gli abitanti di Medau Su Cramu sono critici con la gestione del Parco e la valanga di milioni che si è inghiottita negli anni. «Le strade ce le sistemiamo noi, con i nostri soldi, e tutti devono passare da quelle perché la strada principale è stata chiusa con un’ordi - nanza del presidente del parco Mauro Contini», spiega Serra. Anche i vigili del fuoco hanno trovato la strada bloccata da quelle sbarre, ma secondo il direttore Loddo questo non ha creato disagi. «I mezzi di soccorso sono passati dalla via Molentargius di Quartu Sant’Elena che è priva di sbarre: il protocollo in questi casi prevede che siano le squadre in loco ad indicare alla centrale di coordinamento la via più rapida e sicura per i mezzi di soccorso - ha spiegato Marco Loddo - le uniche sbarre che al momento l’Ente chiude, solo di giorno e nei weekend, sono le due che intercettano la via del Sale che costeggia il canale Maestro. Sono da tutt’altra parte rispetto all’incendio e nella gestione dell’episodio doloso sono risultate inifluenti». Le sbarre sono sul lato opposto di Medau Su Cramu rispetto all’incendio, ma gli abitanti si oppongono alle sbarre volute da Mauro Contini. «Abbiamo anche presentato una denuncia ai carabinieri perché è assurdo che non ci siano indicazioni, sono chiuse e senza sorveglianza - conclude Quintino Serra - se un’ambulanza arriva in piena notte se le trova davanti all’improvviso: senza un guardiano sono pericolose». Marcello Zasso