Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, potenzialità enormi

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012


Una città meravigliosa che ha la necessità di riannodare i fili del passato
Non è in declino eppure la sua classe dirigente non riesce a valorizzarla

La Cagliari del futuro? Penso ad una città che sia in grado di recuperare la memoria storica, di riannodare in una trama unitaria i fili dispersi del suo illustre passato, e nel contempo aperta verso la modernità: una città portatrice della sua peculiare identità (sintesi delle culture che, attraverso una vicenda plurisecolare, si sono sedimentate nel suo territorio) ma di vocazione mediterranea, europea e internazionale. Questa è la sfida che attende Cagliari.
IL SENSO PERDUTO Oggi è innanzitutto necessario suscitare una “cultura urbana” che sia capace di restituire alla città il senso profondo della sua lunga storia; una storia da sempre legata alle caratteristiche del territorio, a quel complesso sistema ambientale costituito da colli, stagni e lagune che, sin dal neolitico antico, ne ha favorito l'antropizzazione e poi - attraverso l'opera dell'uomo - ha generato la forma stessa della città e la sua peculiare identità. Tale obiettivo implica uno sforzo straordinario, sul piano politico e amministrativo, che deve essere sorretto dalla mobilitazione dei cittadini e da un confronto rigoroso, aperto e costruttivo.
Gli amministratori della città devono rivolgersi al mondo della scienza e della cultura, a quel ricco tessuto di imprenditori e professionisti, troppo spesso mortificato nelle capacità e nelle competenze a beneficio dei politicanti e dei loro portaborse. Il risultato di tale modus operandi è sotto gli occhi di tutti. Prevale dappertutto la mediocrità e l'approssimazione.
IN CASTELLO Nei giorni scorsi passeggiavo in Castello e, leggendo il pannello “informativo” posto davanti all'ex Palazzo di Città, ho appreso che l'edificio “fu sede del Municipio fino al 1906, quando Cagliari cessò di essere piazzaforte e si pose il problema della dismissione delle mura”. Peccato che Cagliari venne cancellata dall'elenco delle piazzeforti con R.D. 31 dicembre 1866, n. 3467 (cioè ben 40 anni prima!). Quindi entro nello storico palazzo e ritiro un depliant che illustra, in rapida sintesi, l'Area di Cagliari: è edito dalla Regione Sardegna nell'ambito di un ambizioso progetto cofinanziato dall'Unione Europea. Ora apprendo che il bastione di Saint Remy è “nato nel 1858 su progetto di Gaetano Cima”. Peccato che, come tutti i cagliaritani sanno, il bastione venne realizzato, tra il 1899 e il 1902, su progetto dell'ingegnere comunale Giuseppe Costa. L'architetto Cima ha avuto tantissimi meriti ma nel 1899, allorché si diede mano all'imponente intervento di sistemazione urbanistica in questione, non poteva progettare alcunché: era morto da oltre vent'anni!
COMPETENZE Sono due esempi, ma potrei farne tanti altri. È evidente che, sino a quando non si acquisirà la consapevolezza della propria storia e si continuerà ad utilizzare il danaro pubblico a beneficio di soggetti di dubbia competenza, i passi in avanti saranno assai difficili. In altri termini ritengo che se Cagliari non si dota, a tutti i livelli, di una classe dirigente nuova, adeguata ai tempi, capace, scelta sulla base delle competenze e della serietà, non avrà un futuro. Non vi è dubbio che solo valorizzando i lavoratori della conoscenza potrà darsi alla città una prospettiva di sviluppo all'altezza delle sfide del futuro.
I pubblici poteri devono sostenere le persone di talento (soprattutto i giovani), riprendendo quello spirito e quello stile di governo che, ad esempio, animarono il sindaco Ottone Bacaredda quando decise di far studiare un giovane musicista, privo di adeguate risorse economiche ma assai capace, a spese della città: mi riferisco a Piero Schiavazzi che poté frequentare il liceo musicale di Pesaro, allora diretto dal maestro Pietro Mascagni, diventando poi quel grande tenore che entusiasmò il pubblico di tutto il mondo.
LA BELLEZZA Cagliari è una città dove è possibile passeggiare in ampi parchi pubblici (Monte Urpinu, San Michele, Monte Claro, Terramaini, Molentargius) e in spazi verdi più raccolti (il Terrapieno, i Giardini Pubblici, il viale Buoncammino, l'Orto Botanico). Una città che, nonostante tutto, mantiene un legame forte con le opere lasciate dalle generazioni che ci hanno preceduto: non a caso l'intero centro storico è interessato, da diversi anni, da un processo continuo di recupero edilizio e di valorizzazione delle emergenze monumentali.
OPZIONI CULTURALI Inoltre Cagliari dispone di numerosi centri culturali e presenta un sistema museale accogliente e ben organizzato ed un patrimonio librario e archivistico importante. Sa ricordare gli artisti del passato e garantisce a quelli contemporanei la possibilità di farsi conoscere. È una città dove è possibile ascoltare buona musica, visitare mostre e scegliere tra diverse proposte teatrali. Anche l'area del porto restituita alla città è già una bella realtà. Tutto ciò - non va dimenticato - sino a qualche anno fa era solo un sogno. Non penso dunque che Cagliari sia una città in declino: è bella e attraente. Ha solo bisogno di una classe dirigente in grado di valorizzare al meglio le sue grandi potenzialità.
L'EREDITÀ I nuovi amministratori dispongono di una grande eredità. A loro è affidato il compito di riprendere quel cammino faticosamente avviato in tempi recenti (ed in particolare dalla Giunta Floris) per portare la città verso nuovi e più elevati obiettivi. Ciò è possibile a patto che la battaglia venga condotta con le forze cagliaritane più vive e creative. Il mondo della cultura, superando la logica degli specialismi di settore e degli interessi particolari, deve sentirsi parte essenziale di una forza creatrice complessiva che affermi una nuova e superiore qualità del vivere cittadino e dell'abitare.
TURISMO RELIGIOSO Sono tante le ragioni per le quali Cagliari merita di essere visitata dai turisti. La città, per gli amanti della storia e dell'archeologia, offre numerose opportunità. Un forte richiamo è costituito anche dalla necropoli di Tuvixeddu che, secondo gli esperti, rappresenta la più ampia area sepolcrale punica esistente in ambito mediterraneo. E perché non puntare anche sul turismo religioso? Potrebbe studiarsi, d'intesa con la Curia Arcivescovile e con le parrocchie, un itinerario tre le decine di chiese e i monasteri presenti in città che comprenda anche la visita al Museo del Duomo, al Museo di Sant'Eulalia ed a quello dell'Arciconfraternita dei Genovesi. E che dire della sagra di Sant'Efisio e dei suggestivi riti della Settimana Santa, che tramandano il senso religioso e la spiritualità dell'intera città e del popolo sardo?
L'AMBIENTE Per gli amanti dell'ambiente non c'è che l'imbarazzo della scelta: a iniziare dalla spiaggia del Poetto che consente il richiamo di numerosi sportivi (appassionati di surf, vela, nuoto, ecc.). Intorno al Poetto dovrebbe formarsi una rete ricettiva a basso costo. E poi vi è quella straordinaria risorsa costituita dal compendio del Molentargius: le saline andrebbero rimesse in esercizio e potrebbe anche essere realizzato uno stabilimento termale che contempli l'utilizzo, per le cure, dei fanghi salsoiodici estraibili dalle caselle. Ho parlato di strutture ricettive a costo contenuto e ora mi vien da pensare all'ex Conservatorio della Provvidenza (piazza Indipendenza) che, da diversi anni, si consuma nel degrado: potrebbe essere gestito da un imprenditore qualificato o dallo stesso Comune (a patto che si avvalga di personale competente).
I COLLEGAMENTI Una città turistica non solo deve disporre di alberghi, locande ed ostelli - decorosi ed a prezzi accessibili - ma deve avere anche una rete di collegamenti, verso l'esterno ed al suo interno, che la rendano raggiungibile e poi in concreto fruibile. Continuità territoriale a parte, perché non realizzare un collegamento, dall'aeroporto al porto ed alla stazione ferroviaria, con l'impiego di un bus d'acqua che, in pochi minuti, attraversi la laguna di Santa Gilla? Sul Terramaini potrebbe realizzarsi un'idrovia. Cagliari, del resto è una città d'acqua.
ACCOGLIENZA Ancora due elementi se si vuole dare un futuro turistico alla città. Il primo è il settore della ristorazione che deve essere curato avendo riguardo alle diverse possibilità economiche della clientela, ma assicurando sempre un prodotto ai massimi livelli, con cibi freschi e genuini. La buona cucina non deve essere necessariamente costosa e sofisticata ma può anche essere semplice e alla portata di tutti. Il secondo elemento - assai importante - è costituito dal fatto che la Cagliari del futuro dovrà essere sempre più aperta e tollerante, priva di pregiudizi e garante dei diritti civili, per tutti. Solo così potrà attrarre flussi di traffico rilevanti e duraturi nel tempo.
Antonello Angioni