Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel capoluogo addizionale Irpef più cara di tutte

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012

IMPOSTE. Gettito fiscale comunale


Un'addizionale ricca per qualche Comune, molto scarsa per altri. Secondo l'indagine del Centro Studi L'Unione Sarda, Cagliari ha i redditi più alti dell'Isola con 28 mila euro pro capite e quindi un'addizionale Irpef più cospicua. Nel capoluogo, 1.886 contribuenti hanno dichiarato oltre 100 mila euro a testa come imponibile per l'addizionale Irpef, altri 1.128 persone hanno invece dichiarato meno di mille euro. A fare da contrappeso c'è invece Onanì, dove il Comune, nel 2011, ha incassato per ogni residente 13.891 euro.
DIFFERENZE A Cagliari, quindi il gettito è importante e indispensabile. «Siamo riusciti ad attenuare il peggio della crisi tagliando gli sprechi», precisa il sindaco Massimo Zedda. «È un lavoro che continueremo, ma nonostante questo sforzo il combinato disposto tra i tagli agli enti locali e l'aumento del patto di stabilità fa sì che il gettito da addizionale Irpef sia indispensabile per garantire servizi essenziali come quelli sociali, le politiche scolastiche e culturali e il trasporto pubblico». Un risultato l'amministrazione l'avrebbe raggiunto «prevedendo un'esenzione totale per i redditi sotto i 10 mila euro e grazie agli scaglioni proporzionali al redditto, più della metà dei contribuenti cagliaritani pagherà un'addizionale inferiore rispetto all'anno prima».
IL COMUNE POVERO Onanì è invece il Comune che può contare meno sugli introiti dell'Irpef. Primo fattore è l'età della popolazione: su 146 contribuenti, 124 sono anziani. Ma per il sindaco, Clara Michelangeli, «la prima causa è l'economia agropastorale del paese», dice. «La maggior parte degli abitanti sono allevatori, che, grazie a un regime particolare, non dichiarano quasi niente come Irpef». Nonostante la classifica, quindi, Onanì «è un paese che sta bene».
Annalisa Bernardini

 

Dai bilanci 2010 risultano impegnati quasi 3 miliardi di euro fra tutte le spese
L'ambiente è la voce che più pesa
I Comuni sardi spendono soprattutto per i servizi all'ambiente. Secondo i bilanci 2010 pubblicati dall'Istat, e analizzati dal Centro Studi L'Unione Sarda, risulta che i 377 comuni dell'Isola hanno impegnato 2,8 miliardi di euro, suddivisi in 4 capitoli di spesa: spese correnti (che incidono per il 67,8%), spese in conto capitale (23,3%), spese per il rimborso di prestiti (2%) e spese per i servizi conto terzi (6,9%). Ripartizione che si riflette, in parte, anche negli altri Comuni italiani: le voci di spesa corrente e in conto capitale incidono per il 63% e il 21% ( più o meno come in Sardegna), mentre le spese per rimborso di prestiti (8%) e quelle per servizi di terzi (8%) sono più rilevanti che nell'Isola.
DETTAGLIO Le spese correnti sono quelle su personale, beni di consumo, prestazioni di servizi, uso di beni di terzi, trasferimenti, interessi passivi e oneri finanziari ma anche imposte, tasse e oneri straordinari. In Sardegna il servizio più significativo riguarda le prestazioni di servizi per le quali si impegna quasi la metà del bilancio (il 46,8%) e che consistono in buona parte (il 34% della spesa relativa a questa funzione) nella gestione del territorio e dell'ambiente (smaltimento rifiuti e gestione del verde pubblico). Anche il sociale ha un peso rilevante (il 27%), e l'assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona è la più cospicua. Tra le spese in conto capitale spicca l'acquisizione di beni immobili (83%).
ENTRATE Per coprire queste spese i Comuni, nel 2010, hanno fatto ricorso a 2,7 miliardi di euro di entrate tributarie, derivanti da contributi e trasferimenti correnti, extra-tributarie, ma anche derivanti da alienazione, trasferimenti di capitali e da riscossioni di crediti, accensioni di prestiti e servizi per conto di terzi. Il 47% delle entrate fa riferimento a contributi e trasferimenti correnti provenienti dallo Stato per il 16%, dalla Regione per il 30% e da altri enti, come le Province per il restante 1%. Il 19% sono entrate tributarie (Ici e addizionale Irpef) e tasse (raccolta e smaltimento rifiuti). Il 17% degli accertamenti proviene invece da trasferimenti di capitali dalla Regione, dallo Stato o da altri enti pubblici. L'8% arriva da entrate extra-tributarie, il 7% da servizi per conto terzi e il 2% da accensione di prestiti. Nel resto d'Italia, invece, i contributi e i trasferimenti correnti sono appena il 27% del totale degli importi accertati. Mentre il contributo regionale, che nell'Isola sale al 30%, ammonta ad appena l'8% nel resto d'Italia. ( an. ber. )