Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il fuoco alimenta le polemiche

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2012

MOLENTARGIUS. La Provincia: oggi una riunione urgente per allestire una task-force

Ieri un altro incendio fra il Parco e Medau su Cramu

Il parco abbandonato, il giorno dopo continua a fumare. Nonostante tutto quello che non ha funzionato, l'incendio doloso alla fine è stato domato, ma ieri mattina a Medau su Cramu le braci ardevano ancora. Nel pomeriggio si è alzato un po' il vento e si sono riaccese le fiamme, nella stessa zona, subito spente da forestali ed Elitanker. Lungo il canalone dove sorge il condominio dei nidi protetti, una distesa di fuliggine mischiata a decine di scheletri di lepri. E poi la discarica: auto, lavatrici, avanzi di lavorazioni industriali, radiatori, termosifoni, pneumatici, lattine. Il pellicano, i fenicotteri e gli altri uccelli sono tornati a casa - fanno sapere i birdwatchers da Monte Urpinu - le garzette hanno rioccupato il loro posto, ma è sparita la siepe che nascondeva la riproduzione, se l'è mangiata il fuoco.
L'IMPIANTO GUASTO «Sapevamo che il sistema di spegnimento non funzionava», sottolinea il presidente del parco, Mauro Contini, «e avevamo segnalato il problema. Per fortuna l'incendio non è stato come quello dell'anno scorso». Non sono d'accordo gli ambientalisti: «Si è riproposta la minaccia al nostro patrimonio faunistico», spiega Vincenzo Tiana, dell'associazione Molentargius, Saline, Poetto, «il fuoco ha lambito la fascia ripariale sulla sponda sud di Bellarosa Maggiore, interessando decine di nidi e incenerendo la fascia arborea. Bisogna immediatamente fare una nuova fascia di protezione». Sostiene Alessia Atzeni, naturalista: «È miope chi sostiene che non è successo nulla, il danno è pesante, sono spariti ettari di un sito di importanza comunitaria».
IL CONTROLLO In realtà sembra che non abbia funzionato ben altro. «Per il presidio del territorio e in particolare per la prevenzione degli incendi, il Parco si avvale della collaborazione di una società di vigilanza privata», spiega una relazione tecnica al rendiconto dell'esercizio 2010. «Inoltre, anche il potenziamento delle dotazioni tecnologiche per la sorveglianza delle aree interne è stato oggetto di uno specifico programma che prevede l'utilizzo di adeguati dispositivi di telecontrollo per fronteggiare l'insorgenza di incendi». Dove è tutto questo? L'allarme l'hanno dato gli abitanti della zona, che hanno pure fornito aiuti e acqua.
DOPO LE FIAMME Il giorno dopo, la vita a Molentargius è ripresa più o meno normalmente: i battelli per le visite guidate sono fermi, di turisti manco l'ombra, i precari continuano la loro protesta, le auto sfrecciano a gran velocità sollevando un polverone, ciclisti e atleti corrono sudati. La Regione - che deve dare le risorse - ha stanziato appena 700 mila euro. La dotazione abituale è (era) più del doppio. A fine mese si approva il bilancio di previsione e la Provincia, tagliata fuori dal consiglio direttivo tre anni fa, ha deciso di rientrare in campo. «La situazione è grave, l'impianto antincendio fuori uso, difficoltà nel coordinamento delle operazioni, la giunta Cappellacci che non dà certezza dei finanziamenti, i concorsi per il direttore generale e i dipendenti che non decollano. Stiamo lasciando morire un parco che potrebbe portare ricchezza, sviluppo e lavoro». L'assessore all'Ambiente, Ignazio Tolu convocherà oggi tutti gli attori e formerà una squadra di volontari da affiancare agli uomini del corpo forestale, non soltanto per prevenire gli incendi ma anche contro le attività illecite. «La Provincia è l'unico ente tra gli azionisti del Parco ad avere le competenze per intervenire, bisogna fare qualcosa con una certa urgenza». Obiettivi: sanzionare chi non rispetta l'ordinanza di pulizia dei terreni, mettere ordine nelle richieste di condono, denunciare gli abusi e, eventualmente, mandare le ruspe a demolire.
Cristina Cossu