Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Blocco per i chioschi tra crisi e sospetti: giusta terapia d’urto

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 giugno 2012

I CONCESSIONARI

 

C’era da aspettarsi una reazione dura, o almeno polemica. Invece tra i rappresentanti dei gestori dei chioschi c’è un misto di rassegnazione e consapevolezza. Dodici baretti hanno riaperto nelle settimane scorse, e stavano cercando di rientrare in questi giorni dopo il lungo stop imposto dalla demolizione di ottobre. «Eravamo pronti a riassumere tutto il personale, 70 unità lavorative. Adesso sarà molto difficile»: Sergio Mascia, presidente della cooperativa Poetto Service pensa ai colleghi titolari di concessione e ai loro dipendenti. Ha condotto una lunga trattativa per arrivare con i legni in piedi all’inizio della stagione. «E adesso è esplosa questa bomba a orologeria», dice, «una vicenda che desta qualche sospetto». Le domande sono sempre le stesse, girano da quando è esploso il caso amianto: perché, se l’eternit risale alla demolizione dei casotti, ci si accorge solo adesso della sua presenza? Come è possibile che col ripascimento del 2002 nessuno ne abbia parlato? «E la coincidenza di tempi, il ritrovamento proprio mentre noi stiamo riaprendo: dà quantomeno da pensare. Non sono un amante della dietrologia», spiega Mascia, «ma qualche interrogativo me lo pongo». Su eventuali responsabilità potrebbe fare luce l’inchiesta aperta dalla magistratura. Intanto bisogna fare i conti con l’ordinanza del sindaco, che impone la chiusura della spiagga e, di conseguenza, quella dei chioschi: «Abbiamo incontrato Zedda prima che rendesse pubblica la notizia », dice il presidente della cooperativa, «e non potevamo che essere d’accordo con la decisione. Questa terapia d’urto era necessaria. Chiudi un tratto, bonifichi, e dai la garanzia ai bagnanti che il Poetto è pulito». A far male erano lo stillicidio di notizie e l’incertezza: «Che hanno portato allarmismo. Così si farà chiarezza, aspettiamo gli esiti delle analisi». Sulla stessa linea Alberto Bertolotti, presidente del Sib, il sindacato dei balneari. Nei mesi scorsi ha criticato la politica di Zedda sui chioschi e sulle concessioni, ma adesso dice: «Non credo si potesse agire in altro modo. Se di mezzo c’è un possibile rischio per la salute è giusto chiudere. Il provvedimento è temporaneo e circoscritto in lotti», aggiunge. E anche lui pensa all’economia della spiaggia: «La situazione è devastante: la gente non spende come prima, il clima non favorisce la attività commerciali. Sarà durissima » . Preoccupato, ma anche sospettoso, è il presidente provinciale di Confesercenti, Roberto Bolognese: «Bisogna trovare il modo di andare incontro agli imprenditori in un momento così difficile», spiega, «di mezzo ci sono 70 posti di lavoro. Un brutto colpo, questo dell’amianto, ma ci sono circostanze che devono essere chiarite. Prima sembrava non ci fosse, poi compare all’improvviso. Spero che emerga la verità». Che servirebbe anche per sapere come mai, nonostante la presenza dell’amianto sia stata segnalata dalla stampa già nel 2004, niente allora si sia mosso.

E. F.