Enrico Pilia
Un lettore, poco più di un mese fa, dopo il primo servizio di Mario Gottardi sul pericolo amianto al Poetto, ci scrisse una mail molto dura: «Attenti, non diffondete allarmi e notizie false, in questo modo fate scappare la gente dal Poetto». Caro lettore, avremmo voluto sbagliarci, speravamo di non dover “cavalcare” questa nuova, assurda vicenda, anche se le prime informazioni raccolte dal cronista contenevano riferimenti precisi, non erano solo «voci diffuse ad arte», questa un'altra delle accuse delle passate settimane. Constatato che nessuno - così speriamo - ha interesse a danneggiare l'immagine del Poetto, e che è improbabile che qualcuno abbia seminato sul terreno sabbioso pezzi di cemento-amianto per colpire magari il locale del rivale (abbiamo sentito anche questa), è già tempo di lavori, di operazioni di bonifica, un'altra fermata imprevista e non voluta per questa spiaggia. Che sopravvive a fatica, dove si cominciavano a notare i primi segnali di cambiamento (i baretti colorati) nonostante quella sabbia sempre grigia. Quella del Poetto, lo sostiene il leader degli imprenditori del commercio Giancarlo Deidda, è la spiaggia candidata a un ruolo centrale nel Mediterraneo, mercato ad alta crescita turistica secondo le previsioni di chi analizza i flussi dei viaggiatori nel mondo. Una spiaggia che rappresenta un'offerta ambientale straordinaria, per chi sceglie Cagliari o il sud Sardegna, dove sopravvivono solo piccole imprese stagionali e di fronte alla quale (un'altra delle stranezze) non c'è una sola impresa turistica. E meno male, perché il malcapitato turista che sbarca a Cagliari e trova le transenne al Poetto probabilmente cambierà meta, per il suo prossimo viaggio. Buon lavoro, sindaco Zedda, sarà un mese caldissimo.
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