Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, il lodo slitta a ottobre

Fonte: La Nuova Sardegna
11 giugno 2012



Per Deloitte nessuna responsabilità del Comune sullo stop al piano immobiliare di Nuova Iniziative Coimpresa




di Mauro Lissia wCAGLIARI Doveva chiudersi il 24 luglio e invece slitterà a ottobre il loro arbitrale sulla richiesta di risarcimento avanzata dalla Nuova Iniziative Coimpresa per i ritardi accumulati nella realizzazione del progetto immobiliare su Tuvixeddu a causa dei vincoli imposti dalla Regione e dalla Sovrintendenza ai Beni culturali. Il collegio aveva fissato la data per la discussione ma sono stati i legali della Regione a eccepire i tempi stretti per l’esame degli atti e alla fine sono stati concessi altri tre mesi. Nel frattempo il dibattito su Tuvixeddu si è riacceso dopo che l’amministrazione Zedda ha dovuto rimangiarsi ufficialmente l’ormai nota delibera che avrebbe riaperto sul colle punico la via del cemento, spinta dalle proteste di Italia Nostra e dello scrittore Giorgio Todde, che sulla Nuova Sardegna ha criticato quella scelta ora revocata. L’elemento nuovo è legato alla consulenza elaborata per il collegio arbitrale dalla Deloitte spa, depositata a maggio scorso, dove il Comune viene del tutto «scagionato»: a leggere i consulenti coordinati da Antonio Cattaneo la responsabilità del municipio sui ritardi è pari a zero. Un dato che non può stupire, considerato che l’amministrazione Floris si è sempre schierata al fianco dell’impresa costruttrice anche nelle controversie giudiziarie, scaricando sui cagliaritani spese di giudizio ingenti pur di difendere il piano immobiliare. Quella stagione si è conclusa: Zedda ha fatto uscire il Comune dalle cause ancora in corso davanti ai giudici amministrativi ed ora arriva la conferma da parte di Deloitte sull’estraneità dell’amministrazione comunale a un’eventuale obbligo di risarcimento. Nelle 447 pagine della relazione Deloitte parla di danno «in ipotesi» facendo riferimento alla possibilità che il collegio consideri la Regione responsabile dello stop in una percentuale che viene calcolata nel 62,5%. Questo perché il pool di periti sostiene che il blocco è dipeso «da una pluralità di fattori per lo più fortemente interdipendenti fra di loro e riconducibili a numerose cause e a diversi soggetti coinvolti». Il soggetto principale è la Regione, cui Deloitte attribuisce infatti la percentuale maggiore di «responsabilità» soprattutto nel periodo che va dal 9 agosto 2006 al 4 dicembre 2008. Nella fase due però, dal 2008 ad oggi, si affiancano all’amministrazione regionale il ministero dei Beni Culturali attraverso l’Avvocatura dello Stato e le associazioni culturali ed ecologiste. Una sorta di forza d’opposizione che alla fine vince i giudizi davanti al Consiglio di Stato e al Tar, fermando Nuova Iniziative Coimpresa e aprendo di fatto il contenzioso parallelo davanti agli arbitri. Grandi colpe vengono invece attribuite agli ecologisti («i no-tuv») dal project manager di Coimpresa, Mauro Caria, che nel sito di Urban Center scrive di «approccio integralista, protervo e chiuso al dialogo» rispetto al problema e avverte che lo stop al piano Tuvixeddu «ha fatto andare in malora un’importante azienda, i suoi lavoratori, il suo know-how e la sua capacità di distribuire lavoro». Nell’intervento Caria parla anche di «brigantaggio amministrativo».