Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il tempo del lavoro è scaduto e il peggio deve ancora venire

Fonte: L'Unione Sarda
11 giugno 2012

Nella rassegna affiora con forza il più drammatico tema sociale

È un'altra giornata ricca di incontri, opinioni che si confrontano e specialisti di vari campi, quella che attende oggi il popolo di Leggendo Metropolitano a Cagliari. La prima chiamata è alle 10,30, Giardini Pubblici. Il tema: “Il lavoro nel tempo. Presente”. Ne parlano Ugo Mattei, Francesco Targhetta, Eleonora Voltolina, Vito Biolchini. La seconda, alle 18, in piazza Carlo Alberto. Al dibattito “Il tempo è scaduto?” intervengono Andrea Massarenti, Matteo Lecis Cocco-Ortu, Mauro Magatti, Anna Maria Montaldo, Vittorio Pellagra, Piercarlo Ravasio, Sergio Benoni. Poi la terza, 19,30 in via Santa Croce, dove Girolamo De Michele, Andrea Gavosto, Sergio Toffetti e Biolchini ci diranno “Per chi suona la campana”. La quarta, alle 21, con Edoardo Albinati, Michele Mari, Saverio Simonelli, impegnati a conversare sul rapporto tra padri e figli. E infine la quinta, 22,30 Bastione Saint Remy, per discutere di “Legalità, sentimento e ragione”, con Michele Ainis, Nicola Gratteri, Massarenti e Andrea Deffenu.
Tra i temi in agenda, quello del lavoro, affiorato anche ieri nell'appuntamento allestito in collaborazione con l'Agenzia Regionale del Lavoro, che ha avuto per protagonisti Loris Campetti, Domenico Castaldo, Stefano Tunis e Rinaldo Gianola. «Oggi il lavoratore, il dipendente, è sempre più solo. In questa condizione di crisi generalizzata, il lavoro ha perso drammaticamente la sua funzione non solo sociale ed economica, ma anche quella culturale», dice il vice direttore dell'Unità: «Questo è stato determinato da un cambiamento profondo della società italiana, alimentato da un modernismo tirato agli estremi, pensando che il lavoro non fosse più una variabile decisiva per lo sviluppo e la tenuta sociale di un Paese, dove il lavoro è sempre stato centrale, soprattutto nei momenti di avanzamento della nostra società, di maggior democrazia, di difesa delle istituzioni, di tutela, in generale, di un benessere diffuso che poteva essere una conquista per le classi povere, deboli. In Italia non abbiamo ancora visto il peggio. Manca una classe politica cosciente delle drammatiche difficoltà». (c. a.)